In occasione di Cosmogarden 2019, l’Assofloro Lombardia ha patrocinato un incontro tenuto da Andrea Pellegatta (vice presidente della SIA, Società Italiana di Arboricoltura), volto ad informare cittadini e operatori del settore sulle regole per una corretta applicazione del Bonus verde 2019.
L’obiettivo del Bonus verde
L’incontro inizia sottilineando quelli che sono gli intenti di questo incentivo, in modo che poi sia più facile capire quali possono essere gli interventi agevolati e quali no.
L’obiettivo principale è quello di promuovere e incrementare la “superficie verde” all’interno delle città e dei comuni italiani, vista la sempre più grande importanza del patrimonio verde (sia pubblico che privato) dal punto di vista ecosistemico: come ormai sappiamo, la natura e gli spazi verdi sono importantissimi alleati per il benessere fisico e mentale dell’uomo.
Oltre alla questione ambientale, si cerca poi anche di disincentivare il lavoro nero (che genera economia sommersa dannosa per lo stato) e quello non qualificato (che causa gravi danni al patrimonio verde italiano), pratiche diffusissime nel settore.
Come funziona il Bonus verde 2019
A fronte di quanto detto sopra, è facile intuire che il bonus riguardi tutte quelle operazioni in grado di riqualificare o aumentare la superficie verde di un’area (compresi giardini pensili, terrazze e balconi).
Vengono interessati quindi interventi “diretti” come fornitura e messa a dimora di piante e arbusti, riqualificazione di prati, recupero del verde di giardini di interesse storico, installazione o rifacimento di impianti di irrigazione e realizzazione pozzi, ma anche spese più “indirette” come quelle relative a relazioni agronomiche e progettazioni (se connesse all’esecuzione delle operazioni sopracitate).
Non sono compresi gli interventi di manutenzione ordinaria, come sfalcio dell’erba e potatura stagionale di siepi e alberi (ad eccezione di quelli monumentali, che invece rientrano nelle agevolazioni).
Facciamo due esempi:
- qualora acquistiate delle piante in un vivaio o garden center, la spesa può essere agevolata solo nel caso in cui la messa a dimora sia ad opera di un giardiniere. Nel caso invece in cui le mettiate voi, o vi affidiate a lavoratori occasionali, la spesa non potrà essere detratta;
- qualora decidiate di effettuare una trasemina al prato, allo stesso modo, l’acquisto della semenza e i lavori di manodopera possono essere interessati dal bonus solo nel caso in cui vengano effettuati da un professionista (in altre parole, la spesa non è detraibile se effettuate personalmente la semina).
Da questi due esempi traspare chiaramente l’intento di ostacolare i lavori svolti in economia (fatti dal proprietario stesso) e il lavoro in nero o non qualificato, incentivando i cittadini a rivolgersi a professionisti preparati e a esigere regolare fattura delle prestazioni erogate.
Quanto “vale” il Bonus verde 2019
Il Bonus verde prevede una detrazione dall’imposta sui redditi (IRPEF) del 36%, su un importo massimo di 5.000 euro (IVA compresa) che può derivare anche da più lavori svolti durante l’arco dell’anno.
La detrazione verrà ripartita in dieci anni, a partire dall’anno successivo rispetto a quello in cui sono stati svolti i lavori, e sarà divisa in quote di pari importo.
Il bonus si rivolge ad abitazioni singole e condomini. Nel caso di quest’ultimi, l’importo massimo si riferisce ad ogni unità immobiliare: questo signfica che la cifra può crescere enormente in funzione del numero di appartamenti che ne fanno parte, dando così spazio anche a lavori e interventi di una certa importanza (a titolo di esempio, in un condiminio di dieci unità l’importo massimo di spesa diventa di 50.000 euro).
In aggiunta, in un condominio avente sia parte verde privata che parte verde condominiale, il limite massimo agevolabile sale a 10.000 euro (sempre IVA inclusa).
Il proprietario di più unità immobiliari, inoltre, può essere agevolato dell’importo massimo per ciascuna singola proprietà (quindi 5.000 euro per ogni immobile).
La fattura emessa dal professionista deve riportare apposita dicitura ed essere necessariamente pagata tramite un metodo di pagamento tracciabile: bonifico ordinario (non è necessario il bonifico parlante come nel caso di altri incentivi), assegno, carta di credito o bancomat.
Sviluppi futuri del Bonus verde
Sulla base dei risultati raccolti nel 2018, e grazie alle segnalazioni sui principali problemi riscontrati da parte delle associazioni di categoria, il testo del 2019 è stato reso più chiaro e completo, ma ovviamente ci sono ancora molte possibilità di sviluppo per gli anni futuri.
Primo tra tutti, l’intento di aumentare importo massimo e percentuale detraibile (obiettivo 50%), ma anche quello di riuscire a includere nelle agevolazioni l’acquisto di macchinari e strumenti più evoluti (come i tagliaerba elettrici), così da incentivare la rottamazione di quelli più obsoleti e inquinanti.
Insomma, il Bonus verde è ancora molto giovane (siamo solo al suo secondo anno di vita) e, complice il fatto che non ci sia ancora un elenco completo e dettagliato degli interventi riconosciuti, risulta per il momento poco chiaro in alcuni aspetti.
Il mio consiglio è quindi quello di informarvi bene prima di ogni intervento, magari rivolgendovi prima ad un giardiniere preparato sull’argomento che possa guidarvi nelle scelte.
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