Arieggiare il prato è una pratica tanto essenziale quanto poco diffusa e trascurata, specialmente tra gli utenti meno esperti. Non tutti infatti sanno che una o due operazioni di arieggiatura all’anno possono migliorare notevolmente la salute e la resa estetica del proprio giardino.

Il termine “arieggiare” raggruppa tecniche che utilizzano diversi strumenti, ma lo scopo finale è sempre lo stesso: eliminare dal suolo il feltro formatosi da residui di foglie, muschio, sfalci ed erba morta, al fine di aumentare lo scambio di ossigeno del terreno e la capacità di assorbire acqua e nutrienti.

Le principali tecniche di arieggiatura

Per prati prettamente domestici e non sportivi, le tecniche principali per arieggiare sono due: l’arieggiatura tradizionale e la scarificatura.

L’arieggiatore utilizza pettini a molle che si limitano a rimuovere il feltro superificiale, mentre lo scarificatore, agendo mediante lame dette coltelli, effettua anche dei tagli verticali di pochi mm di profondità nel suolo (i cosiddetti verticuts). Grazie a queste incisioni, oltre agli effetti già citati che derivano dalla rimozione del feltro, si riesce anche a decompattare il terreno e rompere l’apparato radicale dell’erba, stimolandone il ringiovamento e lo sviluppo (specialmente in presenza di specie stolonifere o rizomatose).

Direzioni delle passate dell'arieggiatura scarificatura

Varie tipologie di scarificatura. Da sinistra a destra: verticut unidirezionale, verticut bidirezionale ortogonale e verticut bidirezionale a 30°-45° (da preferire)

Per giardini di piccole dimesioni l’arieggiatura può essere fatta a mano tramite appositi strumenti (tipo questo) o mediante un semplice rastrello a ventaglio per foglie, “grattando” energicamente il suolo e rimuovendo poi il materiale di risulta (per aspirarlo potete utilizzare il tagliaerba).

Per giardini più impegnativi è invece consigliabile acquistare arieggiatori a motore (a scoppio o elettrico) in grado di facilitare e accelerare la lavorazione e contemporaneamente aspirare il materiale rimosso (proprio come fa il tagliaerba con l’erba tagliata). Io da qualche anno utilizzo con soddisfazione questo AL-KO (che ho recensito qui), elettrico (quindi a ridotta manutenzione), con cestello di raccolta e doppio rullo intercambiabile (scarificatore e arieggiatore a molle).

Se possibile, effettuate sempre almeno due passate (fino a un massimo di tre). In caso di doppio passaggio, fate in modo che le due direzioni non siano ortogonali tra loro (un incrocio a 30 o a 45 gradi è ideale): in questo modo la “chiusra” del prato dopo l’eventuale trasemina sarà più uniforme.

Quando arieggiare il prato

Come già detto, è buona abitudine arieggiare almeno una volta all’anno, preferibilmente nei periodi di massima attività vegetativa, in modo che il prato si possa riprendere nel minor tempo possibile, rinfoltendosi senza lasciare spazio alle infestanti.
Solitamente le operazioni di arieggiatura sono seguite da top dressing (ad esempio, sabbiature), ammendamento, rigenerazione e trasemina.

Se state per effettuare delle trasemine (primaverili o autunnali), è consigliabile precederle con la scarificatura, in modo da aumentare la resa nella germinazione dei nuovi semi. Se invece non dovete traseminare, e il prato è in buone condizioni, potrete limitarvi ad eliminare lo strato superficiale di feltro con le molle.
La cosa migliore sarebbe quindi fare o una scarificazione primaverile in fase di trasemina e un’arieggiatura a molle in autunno, o viceversa, nel caso in cui traseminiate in autunno, un’arieggiatura leggera primaverile e una scarificatura autunnale pre trasemina.

Ovviamente, questi consigli sono in linea generale: a seconda del tipo di utilizzo del prato, delle specie di erba presenti, del tipo di terreno, e dello stato di salute del prato, potrebbero essere richiesti più o meno interventi (sta a voi cercare di capire quando è il caso di intervenire).

Se il prato di casa vostra è composto principalmente da Festuca arundinacea, la scarificatura potrebbe danneggiare eccessivamente la corona dei cespi (responsabile dell’accestimento e quindi della fittezza del tappeto erboso): in questo caso quindi, a meno di una situazione di partenza di forte diradamento e successive trasemine abbondanti, è consigliabile procedere con una meno invasiva arieggiatura a molle.

Come arieggiare il prato

Prima di procedere è necessario verificare che l’umidità del terreno sia adatta: un terreno troppo arido potrebbe risultare troppo duro e difficiltoso da incidere, mentre un terreno troppo bagnato ridurrebbe la consistenza dei tagli verticali.
Prima di iniziare con l’arieggiatura dovete tagliare l’erba all’altezza minima sopportata dal vostro prato. Una volta effettuato il taglio, potete intervenire con l’arieggiatore, stando attenti a non sterzare mai con le lame in funzione per evitare di sdradicare porzioni eccessive di erba. A seconda dello stato del suolo e della quantità del feltro da rimuovere potete decidere se effettuare una singola passata unidirezionale o due passate (in direzioni non ortogonali tra loro, specialmente se saranno seguite da trasemina).
Una volta finiti i passaggi dovete accertarvi di aver rimosso tutto il materiale di risulta smosso dall’arieggiatore, altrimenti lo stesso andrà a ricompattarsi riformando in breve tempo lo strato di feltro.

Ad arieggiatura completata potete procedere con le operazioni di concimazione a base azotata (che aiuterà il prato a riprendersi più velocemente dallo stress) o di trasemina (qui la mia guida per una trasemina efficace).

A lavoro concluso il prato potrebbe risultare spoglio e rovinato: non preoccupatevi, in breve tempo si riprenderà e diventerà più bello di prima!
Per darvi un’idea, vi lascio due foto del mio giardino: la prima scattata subito dopo le operazioni di trasemina (scarificatura bidirezionale, semina, top dressing e concimazione) e la seconda scattata ad un mese esatto dall’intervento.

Prato dopo arieggiatura

Il prato subito dopo le operazioni di scarificatura e trasemina

Risultato prato dopo arieggiatura e trasemina

Il prato ad un mese dalle operazioni di scarificatura e trasemina

Come vedete, in un mese esatto il prato si è ripreso, tornando alle condizioni iniziali pre arieggiatura, pronto per chiudersi e rinfoltirsi nei mesi a seguire.

Se avete qualche domanda, o se ultilizzate altre tecniche rispetto a quelle che ho descritto io, commentate qui sotto!

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