La Poa trivialis, anche nota come fienarola comune, è, insieme alla Poa annua, una tra le infestanti più temute nei nostri giardini. Vediamo cos’è e come può essere elimanata dal prato.
Cos’è la Poa trivialis
La Poa trivialis è una microterma perenne: diversamente dalla Poa annua, infatti, il suo ciclo vitale non si conclude nell’arco di pochi mesi, ma continua nel corso di diversi anni.
Caratterizzata da un colore verde pallido e da una tessitura medio-fine, predilige climi freschi e umidi ed è in grado di resistere molto bene anche in condizioni di scarsa illuminazione, a tal punto che la sua resistenza all’ombra è seconda soltanto a quella delle Festuche fini (ad esempio Festuca rubra).
A differenza della Poa annua, che si propaga principalmente per seme (con l’eccezione della subspecie reptans, perenne e in grado di diffondersi tramite stoloni), grazie al proprio portamento stolonifero la Poa trivialis è in grado di espandersi anche senza arrivare a fioritura.
Questa capacità le permette di colonizzare velocemente gli spazi ed essere molto competiva nei confronti delle altre microterme (in particolar modo di quelle a tessitura fine come Loeitti e Poa pratensis).
Esattamente come la “cugina” annua, a causa dell’apparato radicale piuttosto superficiale presenta una scarsa resistenza all’usura e agli stress termici e idrici, in particolar modo a caldo e siccità (sopportando invece molto bene le basse temperature), condizioni che possono portare a forti diradamenti e, se prolungate nel tempo, alla morte della pianta.
A causa del colore molto chiaro (che forma antiestetiche chiazze in grado di risaltare sulle tonalità scure delle moderne cultivar ornamentali) e della scarsa compatibilità con le torride e siccitose stagioni estive che caratterizzano la nostra penisola, la Poa trivialis è da considerarsi a tutti gli effetti un’erba infestante.

Come eliminare la Poa Trivialis
Essendo l’infiorescenza e la conseguente produzione di semi facilmente controllabili mediante tagli frequenti (a differenza della Poa annua, che invece riesce a fiorire a qualsiasi altezza di taglio), l’obiettivo principale diventa quello di impedire la propagazione tramite stoloni.
Il momento migliore per eliminare la Poa trivialis dal prato è a fine inverno, quando questa entra in fase vegetativa, diventando facilmente riconoscibile a causa della sua maggiore altezza rispetto alle altre specie presenti (che invece sono ancora in dormienza).
L’estirpazione manuale risulta poco efficace perché, nonostante l’apparato radicale abbastanza superficiale, l’elevata presenza di stoloni può rendere l’eradicazione molto difficoltosa.
Per questo motivo risulta più incisivo l’approccio chimico, con l’utilizzo di un diserbante totale (attualmente non sono presenti sul mercato diserbanti selettivi per la Poa trivialis) da irrorare “a spot” solamente sulle zone interessate dall’infestazione, avendo cura di non danneggiare il resto del prato.
Per ridurre ulteriormente il rischio di danni al tappeto erboso, si può sostituire l’irrorazione con pompa procedendo invece strofinando le lamine fogliari della Poa trivialis con una spugna imbevuta di diserbante (approfittando della loro maggiore lunghezza rispetto a quelle delle specie ornamentali, ancora in riposo invernale).
Un altro modo per contrastare la Poa trivialis è quello di indurre al prato importanti stress idrici nei mesi più caldi, sfruttando la sua minore resistenza a siccità e alte temperature rispetto a quella delle cultivar che costituiscono il tappeto erboso (proprio come si fa con la Poa annua): l’irrigazione deve essere interrotta bruscamente e la pausa deve essere quanto più lunga possibile, ovviamente sempre nei limiti sopportati dalle altre specie presenti.
Questa tecnica può essere molto efficace, ma allo stesso tempo rischiosa e dannosa se non calibrata alla perfezione. Meglio quindi non esagerare con la sospensione delle irrigazioni, ripristinandole prontamente quando il prato inizia a presentare i primi segnali da stress idrico.
Come al solito, rimangono valide anche tutte le buone pratiche agronomiche utili per avere un prato sano e denso, che non lasci spazi liberi da colonizzare: taglio alto e irrigazioni abbondanti e infrequenti rimangono le migliori abitudini preventive!
Conclusioni
La Poa trivialis è sicuramente meno ostica e onnipresente rispetto alla sua stretta parente Poa annua, ma è comunque il caso di tenere sempre alta la guardia, soprattutto perché anche in questo caso non esistono attualmente diserbanti efficaci per il suo controllo.
La strategia migliore rimane quindi quella di prevenire, attuando tutte le tecniche necessarie per creare un terreno inadatto al suo insediamento e alla sua propagazione.
Avete mai avuto infestazioni da Poa trivialis? Siete riusciti a eliminarla dal vostro prato? Se sì, come? Commentate qui sotto e fatemelo sapere!
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Grazie per l’esaustiva esposizione degli interventi,trovo molto innovativo quello di strofinare le foglie con la spugna imbevuta di diserbante:, è efficace anche se inizio a farlo nei mesi invernali che con le attuali temperature permettono uno sviluppo importante, quale diserbante mi consigli?. Grazie in anticipo! Renato
Ciao Renato, i diserbanti perdono molta efficacia con temperature troppo alte o troppo basse, quindi di solito è un’operazione che si fa con temperature quanto più vicine possibile a quelle ideali per l’attività dell’infestante. Nel caso specifico, solitamente si interviene in autunno o primavera, meglio ancora se a fine autunno o fine inverno, quando le temperature non sono ai minimi annuali e la Poa trivialis non è già/ancora in dormienza (per aumentare l’efficacia del trattamento) mentre le specie ornamentali lo sono (riducendo il rischio di danneggiare anch’esse). Questo almeno nelle regioni settentrionali, mentre in quelle più meridionali l’intervallo utile per l’intervento si allarga.
Per quanto riguarda i prodotti, considerando che la selettività del trattamento sarà “meccanica”, cioè mediante un’applicazione localizzata e dedicata, puoi usare prodotti che contengono i tradizionali principi contenuti nei diserbanti totali (glifosato, o acido pelargonico se preferisci qualcosa di alternativo e meno controverso).
Da ignorante, perché nel miscuglio prato ombroso mettono anche la poa trivalis se poi la devo togliere?
Ciao Massimo! Partiamo dal presupposto che è da considerarsi infestante tutto ciò che non è compreso nel miscuglio del prato originale. Per fare un esempio, l’Agrostide stolonifera (l’erba usata nei green dei campi da golf), indubbiamente una tra le specie da tappeto erboso più apprezzabili esteticamente (a patto che venga gestita a dovere), in un prato a base di Festuca arundinacea sarebbe un pugno in un occhio, e di conseguenza andrebbe considerata e trattata come infestante da eliminare.
Questo in linea di principio, almeno secondo il mio parere… poi, più comunemente, con il termine infestante ci si riferisce a specie particolarmente rustiche, ostiche da controllare e in grado di adattarsi a numerose condizioni ambientali, tanto da essere incredibilmente competitive nei confronti delle specie ornamentali.
Nel 99% dei tappeti erbosi ornamentali e sportivi la Poa trivialis non è seminata di proposito, non è compatibile esteticamente con le altre specie presenti (a causa dell’aspetto rustico e della tonalità di verde molto chiara), è fortemente competitiva in particolari condizioni (in ombra e con le temperature di fine inverno, quando le altre specie sono ancora in dormienza) e crea parecchi problemi di diradamenti quando arriva il caldo… direi che rispecchia perfettamente entrambe le definizioni date sopra.
Detto questo, è ovvio che se nel tuo miscuglio è presente la Poa trivialis, non devi rimuoverla: se il prodotto è di qualità saranno sicuramente presenti altre specie compatibili (sia in termini estetici, che di competitività in determinate condizioni ambientali e di gestione).
Purtroppo non sono abbastanza “anziano” per averne la certezza, ma ipotizzo che siano miscugli da ombra piuttosto datati, quasi anacronistici, abbandonati conseguentemente ai cambiamenti climatici degli ultimi decenni (estati molto più calde e torride di un tempo, difficilmente sopportabili da specie come Poa annua e Poa Trivialis) e allo sviluppo di nuove specie e cultivar più performanti (tra tutte la Festuca arundinacea). Non so se sia il tuo caso, ma se puoi evitare, ti consiglio di puntare su altri miscugli… esistono alternative migliori!
Più raramente, poi, la Poa trivialis viene utilizzata anche per l’overseeding invernale delle macroterme, principalmente perché colonizza bene gli spazi durante la stagione fredda per poi morire e lasciare campo libero alle macroterme durante la stagione più calda.
grazie per i preziosi consigli! magari in primavera invierò la cronistoria dei lavori effettuati…e dei risultati 🤞🏻
Ricorda che la Poa trivialis è tremenda quasi quanto l’annua… una volta eliminata, per tenerla sotto controllo e scongiurare nuove infestazioni dovrai comunque evitare alcune abitudini che potrebbero favorirla troppo!
ho il prato infestato da poa trivialis. le macchie sono parecchio diffuse in molte zone del prato. tra poco inizierà il freddo invernale perciò dovrò rimandare le lavorazioni al nuovo anno. come mi consigliate di procedere? in caso usassi il diserbante totale, devo attendere il completo disseccamento e poi rimuovere il feltro prima di riseminare? grazie
Ciao Francesco, se le zone sono abbastanza localizzate, ti conviene procedere solo nei punti di infestazione. Diversamente, se le macchie sono estese e diffuse ovunque, valuta la possibilità di diserbare e riseminare il prato in toto: potrebbe sembrare uno spreco, ma con un terreno completamente libero la rimozione dei culmi secchi e la preparazione del letto di semina potrebbero risultarti molto più semplici ed efficaci.
Come hai detto tu, aspetta la fine dell’inverno (ad esempio Febbraio), anche perché in quel momento la Poa trivialis sarà in piena vegetazione e risulterà facilmente individuabile grazie all’altezza maggiore rispetto al resto dell’erba. Il diserbante potrebbe dare i primi segnali già dopo poche ore (dipende dal prodotto utilizzato e dalle temperature), ma aspetta comunque qualche giorno per fare in modo che il principio attivo penetri in profondità e raggiungia le radici e per valutare un’eventuale ulteriore passata (qualora la prima non avesse avuto l’effetto desiderato o nel caso in cui ti accorga di aver saltato qualche zona). Se poi le temperature dovessero essere già favorevoli per la germinazione dei semi, dopo una/due settimane puoi procedere con i soliti lavori di trasemina (la rimozione dei residui di Poa trivialis essiccata richiederà particolare attenzione e forse non basteranno le semplici passate di arieggiatore).