Le valvole termostatiche sono un dispositivo che negli ultimi anni ha avuto una grande diffusione all’interno delle nostre case. Dal Giungo 2017 (secondo D.Lgs 102/2014 e successiva proroga) sono infatti obbligatorie in tutti i condomini con impianto di riscaldamento centralizzato (salvo particolari condizioni di esonero), con lo scopo di diminuire consumi e sprechi energetici.
Al di là delle condizioni di obbligatorietà, possono però diventare uno strumento molto utile anche nelle case singole dotate di impianto di riscaldamento autonomo.
Vediamo quindi come funzionano le valvole termostatiche e come regolarle per ottimizzare i consumi e abbassare gli importi delle bollette.
Cosa sono e come funzionano le valvole termostatiche
Le valvole termostatiche non sono altro che una sorta di piccoli termostati, posizionati su ogni singolo radiatore di calore, in grado di rilevare la temperatura dell’ambiente e regolare di conseguenza la potenza termica del calorifero, modulando meccanicamente la portata di acqua calda al suo interno.
Più la differenza di temperatura tra quella impostata e quella rilevata è alta, più la valvola è aperta (fino alla massima apertura), mentre man mano che questa differenza si riduce la valvola si chiude gradualmente, arrivando a fine battuta (chiusura totale) una volta che il gap tra le temperature risulta nullo.
La minore portata di acqua calda permette di diminuire il calore disperso nell’ambiente, con la conseguenza che, una volta tornata in caldaia e prima di essere rimessa in circolo, l’acqua necessiterà di minore energia per essere riportata in temperatura (comportando un notevole risparmio energetico).
In questo modo il singolo termosifone diventa indipendente dal resto dell’impianto, essendo in grado di ridurre progressivamente e autonomamente l’apporto di calore fino al raggiungimento della temperatura desiderata nella stanza, momento dal quale verrà interrotto il circolo dell’acqua e il calorifero inizierà a raffreddarsi.
Le valvole termostatiche più diffuse sono quelle meccaniche, e funzionano nel modo sopra descritto, ma sul mercato si possono trovare anche modelli digitali e smart, dotati di diversi principi di funzionamento e nei quali, in alcuni casi, è possibile programmare diverse temperature per diversi orari di funzionamento (proprio come con i cronotermostati di cui sono dotati gli impianti di riscaldamento).
Che si tratti di di valvole termostatiche meccaniche, digitali o smart, però, la funzione rimane la stessa.
Come regolare le valvole termostatiche
Le valgole termostatiche meccaniche si regolano mediante una manopola numerata, generalmente con una scala di valori che va da 0 a 5. Ciascun numero corrisponde a una determinata temperatura: indicativamente, il 3 corrisponde a 20 °C e la differenza tra ogni numero è di circa 5 °C, ma per i dati i precisi è comunque consigliabile consultare il manuale di istruzioni del produttore.

Valvola termostatica meccanica
La regolazione delle valvole termostatiche dipende da molti fattori, tra cui le abitudini e le preferenze dei residenti e la collocazione e destinazione d’uso dei vari locali, quindi è difficile dare una regola generale universalmente valida, ma possono comunque essere fatte delle considerazioni generali che possono aiutare a creare un’impostazione base di partenza.
Nei locali principali, come il salotto, potete impostare le temperature attorno a valori confortevoli, ad esempio 20 °C, mentre negli ambienti di passaggio, come corridoi e atrii, potete impostare una temperatura più bassa.
Lo stesso vale in cucina, essendo un locale con molte fonti di calore indirette quali fornelli e forni, e nelle camere da letto, specialmente se utilizzate solo nelle ore notturne.
Capitolo a parte per il bagno, che solitamente si imposta a una temperatura più calda e accogliente.
Grazie alla presenza delle valvole termostatiche potete inoltre poi spegnere o regolare al minimo il riscaldamento nelle stanze degli ospiti o in quelle inutilizzate, evitando così sprechi inutili.
In estate (o comunque quando l’impianto di riscaldamento viene spento), invece, è consigliabile posizionare tutte le valvole termostatiche sul valore più alto (quindi aperte al massimo), in modo da evitare che sedimenti e calcare possano ostruirle, danneggiandole e compromettendone il corretto funzionamento.
Utilizzi nelle abitazioni dotate di riscaldamento autonomo
Negli appartamenti di condomini con impianto di riscaldamento centralizzato le valvole termostatiche (abbinate ai contabilizzatori di calore) sono obbligatorie su ogni radiatore, per permettere a ognuno di regolare la temperatura delle stanze in base alle proprie esigenze ed evitare così sprechi di energia e gas inutili (qualcuno in passato avrà sicuramente assistito a scene in cui si vedevano appartamenti con le finestre completamente aperte anche in pieno inverno, a causa dalle temperature esagerate preimpostate dal condominio che costringevano i condomini a cercare conforto nell’aria esterna).
Nelle abitazioni con impianto di riscaldamento autonomo (dotate quindi di caldaia personale), questi dispositivi non sono obbligatori, ma possono comunque essere molto utili.
Spesso infatti la centralina che comanda il funzionamento della caldaia e dell’intero impianto è comandata da un unico termostato, per tutte le stanze, rendendo di fatto impossibile una regolazione specifica per ogni ambiente: montando le valvole, invece, sarete liberi di decidere le temperature di ogni singolo locale, ottimizzando al meglio comfort e consumi in base alle vostre egisenze.
Attenzione a non danneggiare la caldaia: ricordatevi che quest’ultima sarà comunque comandata dalla centralina caldaia principale e dai suoi termostati!
Se, per ipotesi, la temperatura del termostato fosse impostata a 22° C, e le valvole termostatiche fossero tutte impostate a 20 °C, al raggiungimento di quest’ultima queste si chiuderebbero, interrompendo il circolo dell’acqua calda nei radiatori di calore; la caldaia però, basandosi sul termostato che rileva 20 °C, continuerebbe a pompare acqua nell’impianto nel tentativo di raggiungere i 22 °C, compiendo uno sforzo anomalo che e a lungo andare potrebbe danneggiare la pompa caldaia.
Per questo motivo, al fine di scongiurare questo problema, alcuni tecnici consigliano di lasciare almeno un calorifero dell’impianto senza valvola (solitamente quello del bagno, essendo il locale generalmente più caldo della casa).
In alternativa, qualora preferiate montare le valvole termostatiche su tutti i termosifoni, si consiglia l’accortezza di lasciarne almeno una impostata sul valore massimo, in modo che un circuito rimanga sempre aperto, lasciando un punto di sfogo per la pressione generata dalla pompa dell’impianto.
Le migliori valvole termostatiche
Ecco alcune tra le migliori valvole termostatiche presenti sul mercato.
Valvole termostatiche classiche
Valvole termostatiche smart
- Tado: una delle soluzioni più famose presenti sul mercato. Il sistema Tado si completa con il rispettivo termostato e permette di programmare fasce orarie e temperature dedicate per ogni stanza, comandare da remoto, ottenere report e modulazione intelligente della caldaia mediante logica PID (che tiene conto di diversi fattori, come temperatura esterna, coibentazione dell’edificio, rilevamento presenza e finestre aperte, ecc.). Inoltre, è compatibile con i più comuni assistenti vocali (Alexa, Homekit e Google Home).
- Netatmo: oltre che con il rispettivo termostato, le valvole Netatmo sono compatibili anche con soluzioni di terze parti, come il termostato Bticino Smarther2. Permettono la programmazione dedicata di temperature e orari per ogni stanza, il controllo remoto, rilevazione finestra aperta e la regolazione intelligente in base a diversi fattori. Anch’esse sono compatibili con gli assistenti vocali di Alexa, Homekit e Google Home.
Conclusioni
Dopo aver visto come funzionano le valvole termostatiche e aver capito come impostarle per risparmiare, non vi rimane altro da fare che regolare quelle presenti nella vostra abitazione e iniziare a effettuare regolarmente la lettura del contatore del gas, per monitorare l’effettivo risparmio nel consumo di gas metano!
Grazie per l’articolo, davvero molto ben spiegato. Abito all’ultimo piano di un condominio con il tetto che non isola molto bene, infatti d’estate entra tantissimo caldo, mentre d’inverno per scaldare ci vuole un sacco di tempo. Il condominio ha il riscaldamento centralizzato che si può regolare con le termo valvole. La mia domanda è questa: in questa situazione è meglio tenere sempre i termosifoni accesi a basse temperature o accenderli alla massima potenza quando sono in casa? Attualmente, visto che vivo da sola e passo parecchie ore fuori casa, preferisco accendere solo quando sono in casa. Volevo capire se è il modo migliore per risparmiare o alla lunga questi sbalzi fanno spendere di più. Grazie!
Ciao Alessia, non c’è una risposta certa e univoca. Si possono prendere in considerazione diversi aspetti, come i costi di manutenzione, quelli per il consumo effettivo ma anche gli aspetti di comfort interno.
In termini di comfort e benessere, è certo che sia meglio mantenere una temperatura costante tutto il giorno piuttosto che subire continui sbalzi troppo freddo/troppo caldo. Inoltre, se come dici, ci vuole parecchio tempo per scaldare, un funzionamento più costante sarebbe sicuramente d’aiuto.
Parlando di manutenzione, generalmente un utilizzo costante a minor potenza garantisce spese di manutenzione inferiori, mentre un utilizzo intermittente e (probabilmente) a potenze elevate comporta maggiore usura e stress dei componenti della caldaia. Nel tuo caso, non hai riscaldamento autonomo, ma centralizzato, quindi possiamo tralasciare questo aspetto (non perchè effettivamente non ti importi dei costi di manutenzione della caldaia, a cui contribuisci anche tu, ma più che altro perché dovendo servire parecchie utenze l’impianto di riscaldamento si troverà comunque spesso a lavorare sotto stress, indipendentemente dal modo in cui lo utilizzi tu).
Dal punto di vista dei consumi, generalmente, un riscaldamento che funziona più ore consuma di meno perché, essendo minore il gap da colmare tra temperatura di mandata e di ritorno, la caldaia modula la sua potenza (per fare un esempio molto grossolano, consuma allo stesso modo funzionando 5 ore al 20% della potenza o 1 ora al 100% della potenza). Anche in questo caso, però, trattandosi di riscaldamento centralizzato, c’è da considerare che la tua gestione del riscaldamento non abbia poi tutta questa influenza sulla modulazione della potenza della caldaia (vale lo stesso discorso fatto sopra per le spese di manutenzione). I tuoi consumi non sono calcolati direttamente misurando la quantità di gas, ma vengono ricavati mediante contabilizzatori di calore posti sui termosifoni (che misurano la differenza tra T del termosifone e T ambiente) o mediante dispositivi in grado di misurare la differenza di T tra acqua in entrata e in uscita nel circuito di riscaldamento dedicato al tuo appartamento. Non puoi quindi contare troppo sulla modulazione della caldaia, però è anche vero che, se mantieni una temperatura costante tutto il giorno, i contabilizzatori rilevano un gap tra T termosifone e T ambiente inferiore/la differenza tra T acqua di mandata e T acqua di ritorno è inferiore (essendoci meno freddo nell’appartamento, questa scambia meno calore e torna in caldaia meno fredda di quanto tornerebbe se in appartamento ci fosse più freddo).
Insomma, è difficile darti una risposta certa. L’unica cosa che puoi fare, è qualche prova nel lungo periodo, controllando i consumi e vedendo quale soluzione risponde meglio. Probabilmente, come spesso accade, la soluzione migliore sta nel mezzo, lasciando perdere sia funzionamenti continuativi 24/24 (che danno il meglio in accoppiamento con sistemi a bassa temperatura, tipo riscaldamento a pavimento, ed edifici ben isolati) sia funzionamenti troppo intermittenti (che risultano controproducenti anche in termini di comfort interno e benessere). Meglio non far abbassare eccessivamente la temperatura interna, anche mentre non ci sei, però non è nemmeno il caso di scaldare troppo se tutto il calore che produci viene disperso all’esterno ancora prima del tuo arrivo (se la casa fosse ben coibentata il disocorso sarebbe diverso). Potrebbero esserti di aiuto delle valvole termostatiche smart, in grado di programmare fasce orarie con diverse temperature, così che la temperatura interna venga mantenuta al di sopra di un certo valore limite minimo durante la giornata (ad esempio 18 ° C, ma questo dipende molto da quanto calore disperde l’edificio) e poi, al tuo rientro o poco prima, il riscaldamento inizi a lavorare partendo da una temperatura ambiente non troppo bassa (questa cosa potresti farla anche manualmente, impostando le valvole a un valore intermedio, o comunque non sul valore minimo, quando esci, in modo che la temperatura venga mantenuta sopra un certo livello minimo, e portandole poi sul valore massimo quando rientri).
Salve,
ho installato nel mio appartamento delle valvole termostatiche. Quando sono posizionate nel valore intermedio (esempio 3), la parte alta del termosifone è molto calda, nella parte media e bassa il termosifone si raffredda. E’ normale?
Mettendo i valori massimi (esempio 4 o 5) il termosifone appare tutto caldo.
Grazie
Ciao Antonio, se questo comportamento nei termosifoni avviene anche con le valvole al valore massimo (con la certezza quindi che in quel preciso momento la valvola è tutta aperta) potrebbe essere un problema di aria intrappolata al suo interno (anche se, solitamente, in questo caso la parte fredda è quella in alto), oppure di residui/calcare depositati nella parte inferiore. Se, però, come dici, con valvola impostata sui valori massimi il fenomeno non si manifesta è probabile che il motivo siano proprio le valvole termostatiche. Con testina settata su valore intermedio è plausibile che con 20 °C in casa la valvola sia quasi chiusa (se non completamente chiusa), quindi dall’alto entra molta meno acqua calda e si accentua il gradiente di temperatura normalmente presente (l’acqua calda entra dall’alto e man mano che si raffredda va verso il basso… ma ovviamente a valvola completamente aperta, essendoci un notevole ricircolo di acqua spinto dalla pompa della caldaia, la differenza è molto meno marcata).
Buongiorno!!
Ho un paio di domande.
Vivo in una casa di corte.. classe g..quindi penosa.
Caldaia a condrnsazione.
Ma quando parliamo di orari di funzionamento..intendiamo proprio le effettive ore continuative in cui la caldaia va,quindi con simbolo fiamma accesa,o intendiamo che va,si spegne,poi riparte..e così via..
Poi..data la sua esperienza…oggi ho temperatura di mandata a 50 gradi( l installatore continua imperterrito a dirmi di lasciare così,tener le valvole sul 3,massimo a 4,termostato sui 27 gradi…ma secondo me non tiene conto che la casa è pessima a livello di insolazione..
O meglio mettere 45,aprire le valvole sul 4 e lasciar andare così??
Penso sempre..l inquilino precedente aveva caldaia vecchia non a condensazione,niente valvole …si usava il vecchio termostato con le 2 temperature,sole e luna..temperatura presumo sui 75 gradi della mandata..e caloriferi caldi.
Io da quando sono qui ho ridimensionato anche i caloriferi sempre col installatore della caldaia ma se uso condizioni di condensazione,valvole sul 3..ho i caloriferi maggiorati che comunque rimangono tutti freddi per la metà sotto.so che è giusto ma allora non è un controsenso aver messo i calorifwri più grossi e non averli caldi?
Ripeto..se avessi una casa in classe a forse tutto avrebbe un senso..ma così..
Attendo sue.
Grazie
Ciao Gianclaudio, con cronotermostato si possono fare diverse fasce orarie con temperature dedicate, ma per “funzionamento” si intende comunque il momento in cui la caldaia è, appunto, in funzione e sta scaldando l’acqua (fiamma accesa). In fascia orarira “attiva”/”comfort”/”sole”, se la temperatura impostata è minore o uguale a quella misurata nell’ambiente in questione, il riscaldamento rimane comunque spento (fiamma spenta).
La valvola termostatica non ha alcun controllo sulla caldaia e sulla sua temperatura di mandata; l’unica cosa che controlla è il flusso interno del termosifone su cui è montata, che viene progressivamente ridotto man mano che ci si avvicina alla temperatura ambiente impostata su di essa.
La temperatura di mandata della caldaia dipende da moltissimi fattori (grado di coibentazione dell’edificio, tipo di impianto, sua inerzia e suo livello di isolamento, materiale, geometria e numero degli elementi che compongono i termosifoni, ecc.): ovviamente, più riesci a tenerla bassa, più risparmi. Inoltre, le caldaie a condensazione sono più efficienti se lavorano a bassa temperatura, quindi meglio non esagerare e tenere la temperatura di mandata il più bassa possibile (fermo restando che comunque deve essere sufficientemente alta per scaldare l’appartamento).
Se l’impianto è spurgato (escludiamo casi di aria intrappolata) e in pressione, e i radiatori sono “mezzi freddi e mezzi caldi”, il motivo sono proprio le valvole termostatiche… quindi per ridurre questo “problema” (tra virgolette perché, di fatto, è proprio il loro principio di funzionamento), alzale un po’.
La temperatura di mandata a 55-50 °C è un buon punto da cui partire per provare poi ad abbassarsi gradualmente fino all’identificazione della temperatura minore possibile, mentre i 27 °C impostati sul termostato mi sembrano comunque un po’ tantini.
Buongiorno, ho letto diverse delle vostre risposte, e mi sono sembrate più competenti che altrove (bravi),
vi pongo anche la mia domanda, abito in un condominio con riscaldamento centralizzato, i caloriferi hanno tutti i rilevatori e le valvole termostatiche della FAR. Quello che rilevo, rispetto a prima che la legge ci obbligasse a montare le termostatiche è che le termostatiche funzionano “peggio” delle valvole precedenti. Mentre con le valvole preesistenti era possibile trovare una posizione in cui il calorifero si riscaldasse abbastanza ma senza diventare rovente, con le nuove termostatiche o sono accesi “a palla” o spenti, freddi… Ho provato a montare un paio di valvole digitali della Tado, la regolazione da remoto e la programmazione funziona, ma anche su queste non esiste una regolazione “fine” o aperte, o chiuse. Secondo me quel neanche giro intero che fa la valvola FAR (per prendere un riferimento) è insufficiente a dare una regolazione fine al pistoncino sulla valvola! Esistono valvole termostatiche nelle quali la regolazione sia MOLTO più fine? La realtà è che con le nuove valvole non si risparmia davvero perché è un continuo accendi e spegni, con un enorme spreco ogni volta che il calorifero riparte, mentre non si riesce a regolarli ad una temperatura più alta in modo che rimangano accesi senza scaldare troppo e per troppo a lungo… (complici i costi del gas in questo ultimo anno stiamo pagando delle rette condominiali che paiono affitti, non spese di riscaldamento!)
Ciao Giuseppe, in realtà il funzionamento delle valvole termostatiche dovrebbe essere proprio progressivo, non “ON/OFF”. Il termosifone è caldo quando il gap (tra T ambiente e T impostata nella valvola) da colmare è elevato, e man mano che questo si riduce il calorifero risulta sempre più tiepido (la T di ingresso è sempre la stessa, essendo un paramentro della caldaia, ma diminuendo il flusso diminuisce la T media del radiatore, avendo una T di uscita più bassa) fino a diventare freddo poco dopo la completa chiusura della valvola.
Registrando la manopola, non regoli direttamente la potenza radiante/il flusso interno del termosifone (come avveniene con le valvole tradizionali), ma soltanto la temperatura ambiente massima limite in corrispondenza della quale la valvola deve risultare completamente chiusa; alla modulazione del flusso in funzione della T ambientale (che in quanto modulato, appunto, non sarà costante), poi, ci pensa autonomamente il meccanismo della valvola termostatica.
Gestire le valvole termostatiche come le valvole tradizionali è sbagliato: con le vecchie, regolando, agisci sul flusso di acqua calda interna al termosifone (e quindi la sua potenza radiante), che rimane costante, mentre con le termostatiche imposti soltanto la temperatura ambientale massima che vuoi venga raggiunta in data stanza, la regolazione del flusso (modulato in base alla T ambientale e quindi non costante) è soltanto un automatismo del meccanismo di funzionamento.
Poi può anche essere che alcuni modelli funzionino molto più progressivamente di altri, ma su questo non so aiutarti.
Buongiorno, sono da poco in un condominio con impianto centralizzato e ho una paio di banalità da chiedere a qualcuno con esperienza. Premetto che non sopporto gli ambienti troppo caldi, dunque ho impostato le valvole al minimo (1] tranne nei bagni e nel salotto dove le accendo a 4/5 all’occorrenza per tre o quattro ore al giorno. In pratica, stando fuori casa per lavoro, ho l’abitudine di accendere a (4\5) solo alcune valvole per poi richiuderle dopo qualche ora come facevo nel vecchio condominio con riscaldamento autonomo; Il mio dubbio è se così facendo quotidianamente questo possa rivelarsi dannoso per l’impianto e se è conveniente questo tipo di abitudine in termini di consumi.
Grazie mille per la disponibilità
Ciao Gianluca, nel caso di impianto di riscaldamento autonomo, fare fasce di riscaldamento troppo distanziate rischia di essere controproducente sia in caso di consumi (avendo molto gap da colmare, la caldaia deve andare alla massima potenza, piuttosto che andare più ore ma a potenze inferiori) sia per quanto riguarda la salute dell’impianto (più accensioni e più sforzo quando in uso, risultano molto più usuranti per la caldaia, rischiando di diminuirne la vita utile sua e dei suoi componenti). Nella tua vecchia abitazione, quindi, forse la modalità di gestione del riscaldamento che adottavi non era poi così efficiente.
Se invece si parla di riscaldamento centralizzato, come nel tuo caso attuale, la sorgente di calore (caldaia centralizzata, teleriscaldamento, ecc.) funziona ininterrottamente e indipendentemente dalle fasce orare che imposti tu, quindi il discorso precedente decade. Piuttosto, è il caso di ragionare su come viene stabilito il consumo dell’appartamento, che può essere contabilizzato direttamente (se hai un circuito dedicato) o indirettamente (se non hai circuito dedicato). Nel primo caso potrebbe essere misurata la differenza tra T di mandata e T di ritorno dell’acqua a livello della macchina che genera calore, mentre nel secondo, ad esempio in caso di contabilizzatori di calore posti sui radiatori, potrebbe essere rilevata la differenza tra T del radiatore (che sarà grossomodo simile alla T media dell’acqua nel calorifero e che dipende a sua volta dalla T di mandata impostata) e la T dell’ambiente.
La T di mandata è uguale per tutti, quindi non puoi agire sulla potenza del generatore di calore, ma puoi intervenire sulla T di ritorno, che dipende da quanto calore viene scambiato con l’ambiente e di conseguenza da quanto è la T ambientale (valo lo stesso discorso con i contabilizzatori di calore): minore sarà la temperatura della stanza, maggiore sarà la differenza tra T (di mandata/del radiatore) e T (di ritorno/ambiente), e conseguentemente il consumo “istantaneo” attribuito all’appartamento.
Avendo le valvole termostatiche, puoi agire anche sul flusso di acqua calda in ingresso nell’impianto, diminuendo il valore impostato su di esse (minore apertura valvola, minore flusso di acqua calda nel calorifero, minore scambio con l’ambiente/minore temperatura del radiatore, minore differenza con la T di ritorno/T ambiente).
Nel caso di riscaldamento autonomo è ormai opinione comunue che sia meglio (in termini di consumi e, ovviamente, anche di comfort interno) accendere il riscaldamento per più ore, ma a meno potenza (modulando potenza della caldaia e flusso dell’acqua), piuttosto che per poche ore ma a potenza massima (con continui cicli di raffreddamento e riscaldamento). Nel caso di riscaldamento centralizzato, è difficile dire quanto puoi risparmiare accendendo solo poche ore la sera, e se effettivamente il gioco vale la candela o magari conviene lasciarlo acceso più ore (magari modulando il flusso con le valvole termostatiche) ed evitare che la T interna si abbassi troppo. Probabilmente, la soluzione migliore sta nel mezzo… quello che puoi fare è monitorare i consumi (se hai i contabilizzatori di calore sui radiatori è facile, basta rilevare i numeri riportati, anche se non sono una vera e propria unità di misura e poi vengono moltiplicati con dei coefficienti correttivi) facendo diverse prove e vedere quanto questi cambiano, ovviamente sempre cercando di mantenere un comfort interno accettabile per le ore in cui sei in casa.
Buongiorno, avrei una curiosità e forse qualcuno può darmi una dritta. La situazione in breve è questa: riscaldamento condominiale con impianto monotubo. Su tutti i termosifoni ho valvola smart netatmo e tutto funziona regolarmente. Solo sul termoarredo del bagno ho una valvola manuale bitubo che, per ovvi motivi, è sempre parzialmente aperta perchè, se la chiudessi, interromperei il circuito di riscaldamento facendo quindi chiudere tutti i termosifoni di casa. La mia idea era di mettere anche sul termoarredo una valvola smart netatmo, impostargli una temperatura alta (esempio 30 gradi) che non raggiungerà mai. All occorrenza però potrei chiuderla impostando una bassa temperatura (questo ovviamente lo farei nei periodi della giornata in cui non voglio termosifoni accesi in nessuna stanza). Il mio dubbio è questo: a parità di tempo, il contabilizzatore del termoarredo del bagno con valvola smart, mi segna più unità di riscaldamento se magari la valvola è aperta al 100%? Esempio: per un ora di tempo lascio la valvola aperta al 50%. Nelle stesse condizioni lascio aperta la stessa valvola ma al 100%? Il consumo contabilizzato sarà lo stesso?
Ciao Amedeo, il sistema di apertura/chiusura che vorresti fare puoi già ottenerlo manualmente chiudendo, all’occorrenza, la valvola del bagno, ma immagino tu voglia una valvola termostatica smart per poterlo fare più agevolmente da app/remoto (utilizzandola quindi più che altro come fosse un’elettrovalvola on/off).
I contabilizzatori di calore misurano soltanto la differenza di temperatura tra termosifone e ambiente. La temperatura del termosifone dipende dalla temperatura di mandata dell’acqua che passa al suo interno e dal flusso di acqua (quantità di acqua calda che entra per unità di tempo) che lo attraversa (in modo direttamente proporzionale).
Le valvole termostatiche tradizionali (non so per certo se tutte le valvole termostatiche smart funzionino allo stesso modo o se invece ci sia qualche modello che funziona in modalità “on/off”, come se fosse un interruttore aperto/chiuso senza vie di mezzo) chiudono gradualmente il flusso di acqua calda all’interno del radiatore, fino a interromperlo completamente in corrispondenza della T impostata. In questo senso possiamo dire che funzionano proporzionalmente, andando a regolare la “potenza” erogata dal radiatore.
Se diminuisce il flusso di acqua calda, la temperatura media del termosifone diminuisce, e così anche la differenza di temperatura tra ambiente e termosifone che il contabilizzatore rileva per stimare i consumi. Secondo me, quindi, almeno in linea teorica, a parità di tempo un termosifone aperto al 50% sarà “meno caldo” di uno aperto al 100%, e di conseguenza il consumo contabilizzato dovrebbe essere inferiore.
Se i contabilizzatori a tua disposizione sono dotati di display, fai delle prove controllando i valori riportati (quelli che vedi sono solo numeri che poi vengono elaborati tramite alcuni coefficienti per avere una stima del consumo, ma facendo il confronto sullo stesso termosifone non ci sono probemi) e verificando se, in una stessa unità di tempo, il gap è lo stesso o se invece aumenta o diminuisce in funzione di quanto è aperta la valvola.
Grazie mille per la risposta. Infatti nei prossimi giorni ho intenzione di fare qualche prova e vedere il contabilizzatore cosa “dice”. Buona giornata.
Se ti va, poi, torna per condividere il risultato delle prove!
A presto.
Buongiorno, Chiedo qualche informazioni per regolare termo-valvole e termostato. Attualmente ho questa conformazione: Casa autonoma su tre livelli, ogni livello è autonomo con tre pompe e tre termostati. Nelle tre camere da letto ho installato le tre termo-valvole, escludendo il montaggio delle termo-valvole in bagno e termosifone che si trova nel disimpegno/piccolo-corridoio ( il termostato è situato nel disimpegno). Se imposto nelle camere da letto 20° , a quanti gradi dovrei settare il termostato del disimpegno? Grazie.
Ciao Patrick, dipende.
Se lo imposti alla stessa temperatura delle valvole termostatiche, la temperatura rimarrà grossomodo quella ovunuqe.
Se imposti una temperatura più alta rispetto a quella delle valvole termostatiche, le altre stanze arriveranno a quella temperatura mentre le camere non andranno oltre i 20 °C.
Se imposti una temperatura più bassa rispetto a quella delle valvole termostatiche, le stanze non supereranno quella temperatura, comprese le camere.
Ok, grazie.
Ciao, ho letto tutto l’articolo e tutti i commenti e le tue risposte, questo mi ha permesso di capire come settare il mio impianto con cronotermostato e valvole smart non domotiche. Grazie e devo dire che hai una gran pazienza.
Ciao Stefano, l’importante è capire il funzionamento delle valvole termostatiche, poi da lì si può partire con tutti i ragionamenti del caso.
Ogni abitazione fa storia a sé con le proprie peculiarità (coibentazione, tipo di caldaia, tipo di impianto, disposizione delle stanze, dei termostati e dei radiatori di calore, ecc.) e ogni persona ha le proprie esigenze e abitudini, quindi è difficile dare delle regole generali universalmente valide; faccio quel che posso, poi ovviamente ognuno deve un attimo ragionare autonomamente, partire da una configurazione base e, sopratutto, fare alcune prove.
Salve.
Ho una domanda
Se lascio tutte le valvole termostatiche aperte in tutti i calorifwri della casa,come succed3va quando avevo le valvole tradizionali,e il termostato sui 19 gradi…teoria quando il termostato rileva i 19 gradi la caldaia dovrebbe spegnersi.
Vedo che facendo ciò la fiamma del bruciatore rimane accesa..ciò significa che sta sempre scaldando l acqua.giusto?
Teoria così facendo è come se avessi il riscaldamento tradizionale di una volta.
Questa mia teoria è giusta?
Un altra domanda..meglio tenere una mandata a 55 gradi per la caldaia a condensazione o meglio portarla a 65,70 gradi in modo che si arrivi prima alla temperatura e settare le valvole sul numero 3 che equivale a 19,20 gradi?
Ho visto che adottando la seconda opzione ho un consumo giornaliero di 6 metri cubi ..letti a contatore..
Per avere meno consumo giornaliero cosa devo fare?
Ringrazio
Ciao Gianclaudio, impostando le valvole termostatiche sul valore massimo fai in modo che rimangano sempre aperte (totalmente o parzialmente, in base al gap di temperatura). Quindi sì, è un po’ come se non ci fossero (anche se comunque, mano a mano che si alza la temperatura, viene ridotto il flusso di acqua all’interno del radiatore e di conseguenza la dispersione di calore dell’acqua di mandata e l’energia necessaria per riportarla in temperatura).
I termostati tradizionali sono programmati per aprire/chiudere il circuito soltanto quando la differenza tra T rilevata e T impostata supera una certa soglia (di isteresi, calibrata per evitare continue e brevi accensioni che alla lunga potrebbero danneggiare la caldaia e per altri motivi), quindi potrebbe essere per questo che la fiamma del bruciatore rimane accesa anche una volta raggiunti i 19 °C. Prova a controllare il libretto di istruzioni per vedere se questa può essere settata a piacimento (è comunque buona cosa partire dai valori consigliati per il tipo di impianto che hai). Se invece il tuo è un termostato più moderno e smart, potrebbe lavorare non con isteresi ma con algoritmo PID (in questo caso il termostato decide autonomamente come e quando attivarsi per minimizzare i consumi e uniformare il comfort interno, rispettando sì temperature/orari da te scelti ma comunque con una certa flessibilità, basandosi su diversi fattori esterni come meteo, inerzia dell’impianto, coibentazione della casa, ecc,.).
Per quanto riguarda i consumi è difficile risponderti: più la temperatura di mandata è alta, più è il consumo istantaneo, ma minore è il tempo di funzionamento; viceversa, con una temperatura di mandata più bassa hai meno consumo istantaneo, ma sicuramente il riscaldamento deve rimanere acceso per più tempo per raggiungere la temperatura ambientale desiderata. Questo senza tenere conto dell’eventuale funzione “modulante” di cui sono dotate le moderne caldaie e alcuni termostati, che gli permette di aggiustare autonomamente la potenza e la temperatura di mandata in base al gap da colmare (tra T di mandata e T di ritorno, tra T ambiente impostata e T ambiente rilevata) e altri fattori, come la temperatura esterna.
Dovresti fare un po’ di prove e controllare cosa è più conveniente in quanto a consumi, ma probabilmente la soluzione migliore è quella di impostare la T di mandata più bassa possibile (considerando anche che si tratta di una caldaia a condensazione), e cioè la temperatura minima necessaria e sufficiente per fare sì che i caloriferi riescano a scaldare l’appartamento (anche in termini di comfort interno, per mantenere un andamento di temperatura lineare ed evitare sbalzi eccessivi).
Salve
Sto in un condominio con riscaldamento centralizzato. Ho naturalmente i contacalorie applicati su ogni termosifone. Da quando hanno acceso l’impianto, un solo termosifone, quello della cucina, si riscalda anche con la termovalvola impostata sullo zero. Gli altri impianti funzionano correttamente. La temperatura non è eccessiva ma non credo sia normale con termovalvola a zero. Consigliate un intervento? Grazie
Ciao Pierluigi, ogni tipologia di valvola ha la sua corrispondenza tra valori e temperature, però generalmente il valore 0 corrisponde alla valvola chiusa, o comunque a temperature di chiusura molto basse (se non è presente la specifica funzione antigelo).
Potrebbe trattarsi di una valvola termostatica guasta o difettosa (ad esempio nella rilevazione della temperatura), oppure si è formata qualche incrostazione di calcare che impedisce il normale funzionamento del meccanismo interno, impedendone la chiusura.
Contatta un tecnico, sicuramente saprà identificare il problema e risolverlo.
Salve vorrei acquistare delle valvole netatmo da abbinarle a mio termostato smarther 2 della BTicino.
Ho una casa di circa 90 mq suddivisa su tre piani. seminterrato (garage e cantina), non riscaldato, piano terra (zona giorno) e piano primo (zona notte). L’impianto di riscaldamento al piano terra è a radiatori con distribuzione a collettore e al piano primo è monotubo.
Volendo avere una temperatura di 20° sia al piano terra che al piano primo, essendo più freddo il piano primo, rispetto alla zona giorno, la valvola, una volta che il termostato al piano terra arriverà a 20°, e nella zona notte ho ancora 18/19°, la caldaia continuerà a lavorare fino a quando la temperatura della zona notte raggiungerà i 20°?.
Oppure l’uso di questi apparecchi è solo per il funzionamento opposto? Ovvero limitare la temperatura nelle stanze piu calde?
Grazie mille.
Ciao Francesco, nel tuo caso non si tratta di tradizionali valvole termostatiche meccaniche, ma di valvole smart (le Netatmo) compatibili con un termostato smart (il bticino Smarther 2) che a sua volta comunica direttamente con la caldaia, quindi è come se tu avessi un termostato dedicato per ogni stanza, con il principale bticino che sa in ogni istante chi sta richiedendo calore e chi no. Quando raggiungi i 20 °C al piano terra, le valvole del piano si chiudono (quindi viene chiuso circuito a collettore) mentre quelle al primo piano continuano a rimanere aperte (seppur sempre meno) fino a quando non verrà raggiunta anche lì la temperatura impostata. In quel momento, il termostato principale btcino capirà che la temperatura desiderata è stata raggiunta ovunque e quindi spegnerà il riscaldamento.
Il problema principale riguarda la tipologia di impianto del primo piano, perché se è davvero monotubo ad anello (quindi né bitubo né a collettori) si complicano un po’ le cose, perché devi tenere conto che con valvole standard, quando si chiude la valvola di un radiatore, l’acqua calda a cascata non raggiungerà più nemmeno quello successivi. Solitamente, per gli impianti monotubo, ci voglio apposite valvole termostatiche a più vie, in grado di superare questo problema e bypassare l’acqua ai radiatori successivi anche quando quello su cui sono installate si chiude (e probabilmente le Netatmo non sono adatte, però prova a informarti con qualche installatore).
Buonasera, io ho una caldaia programmata in 4 orari con diverse temperature ( giorno 20/19/20 notte 17.5), ho due termostati ambientali impostati a 20° e tutte le valvole a 2, eccetto in bagno che sono assenti. Tenendo le valvole a 2, che corrisponde ad una temperatura di 18°, e una temperatura di 18,5/19° in casa, teoricamente ho uno spreco di gas visto che la caldaia è impostata a temperature maggiori?
Grazie
Ciao Elena, tecnicamente le valvole si chiuderanno prima che la temperatura impostata nel termostato venga raggiunta, quindi potrebbe verificarsi che nelle suddette stanze tu non abbia poi la temperatura di comfort che desideri e che il riscaldamento continui a funzionare per il termosifone del bagno.
Se attualmente ti sembra faccia troppo freddo in casa, aumenta i valori delle valvole termostatiche, altrimenti, se la temperatura che si raggiunge internamente ti risulta confortevole, puoi provare ad abbassare gradualmente la temperatura impostata nel termostato (ad esempio di 0,5 °C per volta) fino a quando non raggiungi la temperatura minima impostabile al di sotto della quale le stanze iniziano a essere troppo fredde.
Domanda: valvole termostatiche impostate tra i 16 (taverna), i 18 (camere), 20 (sala/cucina) e 22 (bagni).
Per far partire la caldaia, devo impostare il cronotermostato (in sala) a 22, perchè se la imposto a 21, nei bagni non avrei mai 22. Ma se la imposto a 22, potrei raggiungerli prima nel locale dove è presente il termostato e mai nelle stanze con valori minori. Quindi che faccio? Imposto il termostato a 23/24, tanto poi le termostatiche si chiuderanno? Però così non c’è il rischio che la caldaia “pompi” poi a vuoto? Ho due scaldasalviette sempre aperti al massimo, ma sono sufficienti?
Ciao Jack, se imposti il cronotermostato in sala a 22/23/24 °C e le valvole termostatiche della sala stessa a 20 °C, difficilmente supererai di molto quest’ultima temperatura nella stanza (anche se dipende dalla disposizione delle stanze e da come gli ambienti comunicano tra loro, scambiandosi calore l’un l’altro). Il termostato quindi continuerà a lasciare l’impianto acceso, con il solo termoarredo del bagno a scaldare. Come dici, bisogna vedere se i due scaldasalviette sono sufficienti per raggiungere la temperatura desiderata (in quel caso le valvole termostatiche si chiudono ma il riscaldamento non si spegne mai, continuando a far circolare acqua calda con tutti i termosifoni chiusi) o se invece questa non verrà mai raggiunta (il riscaldamento non si spegne mai ma almeno il circuito del termoarredo del bagno rimane sempre aperto). In entrambi i casi c’è uno spreco energetico inutile, ma nel primo si aggiunge anche la questione del “pompaggio a vuoto” che citi.
Essendo quello della sala un cronotermostato, potresti limitare il problema impostando delle fasce orarie di accensione, così che comunque, in precisi orari, il riscaldamento si spenga, indipendentemente dalla temperatura rilevata, senza rimanere sempre acceso inutilmente (per sapere quanto tempo è necessario per avvicinarsi alle temperature che desideri devi fare un po’ di prove).
Buongiorno,
ecco la mia situazione e i miei dubbi.
Teleriscaldamento condominiale, termovalvole smart danfoss collegate a centralina programmabile (eventualmente anche da remoto via app).
Ogni valvola rileva la temperatura e la invia alla centralina sulla quale si può definire tutto: temperature desiderate per ciascuna stanza (eventualmente anche definendo delle fasce orarie); di fatto le valvole si aprono in funzione della temperatura impostata sulla centralina per quella data stanza.
Il dubbio di fondo è: conviene programmare una discesa delle temperature ideali nei momenti (o nelle stanze) in sui si sa di non essere presenti per poi programmare che ritornino alle soglie desiderate quando si sa di essere presenti o il su-giù non conviene?
E se conviene, quanto conviene far scendere una temperatura per – ad esempio – una decina di ore di assenza? un paio di gradi?
Dopo qualche anno ho la sensazione che questo fine tuning convenga fino a un certo punto, a meno di non assentarsi da casa per qualche giorno …
Grazie in anticipo
Ciao Alessandro, tra il “fine tuning” che descrivi (estremo A) e il “vecchio metodo manuale” di accendere il riscaldamento la mattina e spegnerlo la sera (estremo B) esiste una scala di grigi, che ovviamente ha delle conseguenze sui consumi e sul tempo da dedicare per trovare le impostazioni ottimali in rapporto consumi/comfort.
Non posso dare una risposta alla tua domanda, perché dipende moltissimo dalle tue abitudini, dalla coibentazione della casa (per la domanda su quanto far scendere i gradi tra un partenza e l’altra, ad esempio), dal numero e dalla tipologia di stanze e dal loro utilizzo; quello che puoi fare, è fare diverse prove (sul lungo periodo, in modo da rendere rilevabili e statisticamente significativi anche valori piuttosto bassi) e vedere se effettivamente si risparmia e, nel caso, quanto, per vedere se il gioco vale la candela.
Sicuramente, ragionando su termostato e caldaia, se con “non essere presenti” non si intende dire che si sta in altre stanze, ma che la casa rimane disabitata fino a sera, allora può fare la differenza fare in modo che il riscaldamento parta solo poco prima del rientro. Al contrario, è comunque ormai appurato che si consumi di meno a mantenere l’ambiente caldo (specialmente ora, con le caldaie modulanti in grado di regolare la potenza in base alla differenza tra T di mandata e T di ritorno e altri fattori, come la T esterna rilevata tramite sonda, e i termostati modulanti in grado di far ridurre la temperatura di mandata in base al gap di T da colmare e ad altri parametri, come rilevazioni meteo via web) piuttosto che a continuare a farlo raffreddare e riscaldare da capo… quindi dipende molto dalla lunghezza delle pause.
Trattandosi però nel tuo caso di regolazioni sulle termovalvole e non sul generatore di calore (il teleriscaldamento e i riscaldamenti condominiali centralizzati funzionano con continuità indipendentemente da cosa decidi di fare tu nel tuo appartamento), allora può aver senso anche creare fasce orarie più brevi e specifiche per ogni stanza, basate anche semplicemente su quale stanza frequenti in un dato momento della giornata.
Ricapitolando, almeno secondo il mio ragionamento, se le fasce orarie riguardano il termostato (e quindi la generazione di calore), conviene non esagerare (meglio periodi di funzionamento prolungati e pause non troppo lunghe e che dipendono quindi anche da quanto disperde l’abitazione, per evitare che la temperatura si abbassi troppo, sia per questioni di comfort che di consumi, salvo casi in cui effettivamente la casa rimane disabitata per molte ore della giornata), mentre se la schedulazione agisce sulle valvole termostatiche allora può sicuramente avere più senso (in termini di consumi e risparmio finale) fare più fasce, anche con tempi di funzionamento non lunghissimi, basate sui momenti della giornata in cui frequenti certi locali piuttosto che altri.
A mio parere, già il fatto di poter settare delle fasce orarie, poter spegnere il riscaldamento in stanze non utilizzate e impostare temperature più basse in stanze dove non è necessaria la temperatura massima, è un grande passo avanti rispetto al modus operandi di qualche anno fa (l’estremo B detto all’inizio) e permette comunque di ridurre sprechi inutili a parità di comfort interno dell’abitazione.
Buongiorno,
per favore, in un condominio con riscaldamento centralizzato, di notte, se il riscaldamento e’ spento, e lascio aperta la valvola in modo che la mattina quando il centralizzato si avvia il termosifone inizia a scaldare consumo comunque calorie durante il perido in cui il centralizzato e’ spento? Grazie
Ciao Antonella, se la fonte di calore è spenta, non consumi nulla. Questo vale sia per i riscaldamenti centralizzati sia per quelli autonomi.
La valvola termostatica non è altro che un “rubinetto” che chiude autonomamente e gradualmente il circuito dell’acqua nel termosifone in base alla temperatura della stanza. Ti permette di risparmiare perché, quando il riscaldamento è acceso e chiudi un termosifone, riduci la superficie radiante che disperde calore nell’ambiente domestico, e di conseguenza anche la differenza tra temperatura di mandata e temperatura di ritorno in caldaia (diminuendo così l’energia necessaria per riportarla in temperatura). Se invece monti i contabilizzatori di calore sui radiatori, ti fa risparmiare perché minore è il flusso, minore è la differenza tra temperatura media del calorifero e temperatura ambiente (valore che viene misurato dai contabilizzatori per stimare i consumi).
Buongiorno, io sono nuova nella vita di condominio e ho riscaldamento centralizzato e radiatori con termovalvole. Il contabilizzatore applicato su ogni radiatore serve a me come metro per i miei consumi o i dati che vi vedo vanno periodicamente comunicati anche all’amministrazione condominiale? Nel caso fosse così, in quale occasione vanno comunicati? Grazie
Ciao Enrica, i contabilizzatori di calore sono stati introdotti per distribuire le spese totali anche in base all’effettivo consumo di ognuno (incentivando così anche comportamenti più virtuosi da parte di ogni condomine) e superare le vecchie pratiche contabili che dividevano la spesa solamente sulla base dei millesimi, dei metri quadrati o dei metri cubi attribuiti a ogni appartamento.
La lettura viene solitamente effettuata periodicamente da un tecnico preposto, o in alternativa viene rilevata da remoto (soluzione che tra qualche anno sarà obbligatoria per legge).
Molto imporbabile che sia tu a doverla comunicare, ma comunque prova a chiedere a qualche vicino o all’amministratore condominiale per sicurezza.
Ciao, nella mia abitazione è stato installato un sistema domotico Fibaro, con le valvole termostatiche sui termosifoni, ho il termostato principale nel corridoio impostato a 21 gradi, la manopola dei termosifoni in lavanderia e bagno è regolata a 22 gradi e il resto delle camere tra 19 e 20 gradi, e in uno a 31 gradi.
Per la cucina ho pensato di impostarlo a 19 gradi, ho fatto tutto correttamente?
Ciao Carmelo, può essere un buon punto di partenza (anche se non capisco se il 31 °C è corretto, ed è un modo per lasciare il termosifone sempre aperto, o se è un errore e intendevi 21 °C). Comunque, appena arriva l’inverno e il riscaldamento entra effettivamente a regime, puoi fare gli eventuali ritocchi in base a come ti sembra il comfort nelle varie stanze.
No non è un errore, uno dei termosifoni ha la manopola termostatica a 31 gradi, come lei ha suggerito, cioè di lasciarne almeno una impostata al valore massimo.
Salve, ho acquistato le valvole termostatiche e non mi è chiaro come impostare le stesse ed il termostato al fine di risparmiare. Tutti i caloriferi sono dotati di valvole: tre in sala, una in bagno e una in ciascuna camera da letto. Solitamente 20° per noi sono sufficienti. Come impostare il tutto senza arrecare danni alla caldaia e non volendo lasciare una valvola a 5 per non rendere inutile il suo acquisto? Grazie
Ciao Fabio, il senso delle valvole termostatiche è quello di poter riuscire a impostare una temperatura dedicata per ogni stanza. Un tempo l’unica cosa che si poteva fare era chiudere completamente il calorifero o impostare una via di mezzo statica, mentre oggi, grazie alle suddette, sono possibili anche delle vie di mezzo progressive che variano autonomamente la potenza radiante in funzione della temperatura ambiente.
Senza scervellarsi troppo, è sufficiente impostarle sul valore massimo (o comunque a un valore che corrisponda a una temperatura superiore a quella impostata nel termostato) nelle stanze “calde” e sui valori intermedi (diversamente dall’estremo di chiudere completamente il termosifone) nelle stanze meno utilizzate o di passaggio (camere degli ospiti, ripostigli, atrio, scale, ecc.).
Hai già identificato una temperatura che rappresenta lo scenario “caldo” secondo i tuoi standard abitativi: la cucina può essere tenuta un po’ meno calda (solitamente fornelli e forno in uso sono comunque fonti calore che controbuiscono a scaldare la stanza) e allo stesso modo le camere (visto e considerato che si dorme coperti); il bagno invece si tiene il più caldo possibile, quindi nel tuo caso a 20 °C. Queste considerazioni sono fatte sulla base dei consueti utilizzi delle varie stanze, poi ovviamente ognuno ha le sue abitudini (se ad esempio preferisci fare “la vita da salotto” in cucina e non usi mai il soggiorno, allora potrebbe aver senso tenere alla massima temperatura la prima e tiepido il secondo, contrariamente al ragionamento fatto sopra).
Per i valori numerici precisi, recupera la scheda tecnica del prouttore delle valvole termostatiche, in modo da avere un’idea delle temperature di chiusura corrispondenti.
Buonasera, vorrei dotare il mio impianto autonomo di valvole termostatiche Netatmo, abbastanza costose rispetto la media, dopo aver già installato da 2 anni il cronotermostato della Bticino smarter 2 con cui ci dovrebbe essere una logica di funzionamento comune. La mia domanda è la seguente avendo 6 termosifoni da attrezzare con valvole come dovrei impostare la temperatura del cronotermostato e come quella dell valvole mi sembra di capire le valvole più basse a prescindere, però avendo 2 bagni di cui uno orientato a nord con un termoarredo un po’ sottodimensionato almeno in questo potrei evitare la valvola per non creare problemi alla pompa della caldaia o considerando che sono abbinabili con probabilmente dei protocolli comuni non è necessario saltare almeno un termosifone. Grazie
Ciao Franco, lasciare almeno un termosifone senza valvola termostatica non è obbligatorio, ma soltanto un’accortezza per evitare possibili problemi.
Se le valvole termostatiche sono compatibili con il cronotermostato smart Bticino, teoricamente c’è la possibilità che il termostato sappia quando sono tutte chiuse e che di conseguenza chiuda autonomamente il circuito. Inoltre, con le valvole smart sarà come avere un termostato dedicato in ogni stanza, quindi potrebbe esserci anche la possibilità che il riscaldamento sia in grado di partire anche nel caso in cui la T dell’ambiente sia superiore a quella impostata nel termostato ma inferiore a quella impostata nella valvola termostatica (con le valvole termostatiche meccaniche tradizionali, teoricamente la T impostata nel termostato dovrebbe essere maggiore di quella impostata nella valvola con T più alta, altrimenti il riscaldamento si spegnerebbe prima del raggiungimento di tale temperatura nella stanza). Prova a informarti meglio con il produttore sul funzionamento del sistema, così da toglierti ogni dubbio.
Ad ogni modo, se comunque vuoi stare più tranquillo, puoi lasciare il termosifone del bagno di cui hai parlato senza valvola termostatica (risparmierai anche il costo di una valvola e comunque sarai sempre in tempo per aggiungerla un domani).
Buonasera. Scusi se scrivo in risposta ad un altro post ma non riesco altrimenti. Ho un impianto centralizzato con termosifoni (molto vecchi) con contacalorie e valvole con valori da 0 a 5. Le valvole ovviamente possono essere impostate manualmente. Vorrei saper se esiste un metodo per programmare l’orario di accensione/spegnimento se assenti da casa. Se esistono delle valvole che possono essere montate sopra quelle esistenti e permetterne la chiusura l/apertura a certi orari stabilito. Grazie mille. Marta
Ciao Marta, esistono parecchie tipologie di valvole termostatiche in grado di essere programmate in base all’orario (solitamente digitali), alcune di queste più o meno smart (in grado di interfacciarsi con il termostato, comandabili da remoto, programmabili da app, ecc.). Credo però che sia necessario sostituire quelle manuali presenti.
Buongiorno,
Impianto centralizzato condominio di 7 unità
Sto pensando di sostituire le valvole manuali Caleffi, che al momento regolo manualmente, con termostatiche.
Ho cronotermostato che al raggiungimento della temperatura ambiente (salotto) di x gradi, comanda apertura chiusura elettrovalvola riscaldamento.
Con termostatiche, tenendo, esempio, 20 gradi dove è posizionato cronotermostato (salotto), le altre stanze con termostatiche posso impostare ad un valore più basso, indipendentemente dal valore impostato e così raggiunto in salotto?
Grazie del vostro tempo.
Roberto
Ciao Roberto, le valvole termostatiche tradizionali non sono in grado di comunicare con altri dispositivi (caldaie o elettrovalvole). Sono dei semplici meccanismi in grado di agire soltanto sul singolo termosifone (discorso diverso invece nel caso di alcune valvole termostatiche smart/domotiche).
Nel caso ipotizzato, nelle stanze in cui hai impostato un valore più basso, il circuito si chiuderà prima, e quindi rimarranno a T inferiore; se invece nelle altre stanze imposti le elettrovalvole a una T più alta rispetto a quella impostata nel cronotermostato, queste rimarranno sempre “aperte” (totalmente o parzialmente, in base al gap tra temperatura impostata e rilevata) e di conseguenza i caloriferi smetteranno di funzionare solo quando il termostato chiuderà l’elettrovalvola principale.
Buongiorno, come da voi consigliato ho provveduto solo ieri a lasciare le valvole termostatiche aperte sul valore massimo per evitare sorprese in inverno. Ma le sorprese le ho trovate invece stamattina.
Il calorifero era pieno di condensa esterna e c’erano 20 gradi! Come se al suo interno ci fosse acqua sottoraffreddata.
Vivo in un condominio in classe A+ con centrale termica centralizzata e fancoil (tranne cucina e bagno che hanno caloriferi).
Come mai questa notte, dopo che ieri sera ho aperto la valvola, ha comunque scorso (credo) la stessa acqua che viene mandata ai fancoil?
Effettivamente, il circuito dell’acqua calda che va ai fancoil è ai caloriferi è il medesimo, d’estate viene sostituita semplicemente con l’acqua fredda.
Mi viene da pensare che sia NORMALE che nei caloriferi scorra acqua sottoraffreddata in estate, nel caso di un impianto come il mio.
Conferma?
Grazie mille
Ciao Alessandro, esiste la funzione di “raffrescamento” estivo. Ovviamente, l’impianto deve essere predisposto (in fase di progettazione e installazione di componenti adatti, come pompe di calore e non le tradizionali caldaie a metano, che può solamente scaldare l’acqua) e la funzione deve essere attivata (non credo sia obbligatorio).
Detto questo, tecnicamente il sistema dovrebbe tenere comunque conto dell’umidità dell’ambiente e di altri parametri, così da regolare di conseguenza la temperatura dell’acqua ed evitare inconvenienti come quello della formazione di condensa sulle superfici di scambio.
Prova a contattare il tecnico che si occupa dell’impianto condominiale, per verificare che effettivamente l’opzione di raffrescamento sia presente ed attiva nel tuo impianto, ed eventualmente descrivigli l’accaduto per sapere se può succedere o se effetivamente c’è qualcosa che non va.
Buongiorno, non ho ancora ben chiaro come funziona il consumo di gas legato alla caldaia e ai termostati.
ipotizziamo per semplicità che ho una casa di due stanza. Nella stanza in cui ho il termostato generale vorrei una temperatura di 18°. Nella seconda stanza dove non c’è il termostato vorrei invece una temperatura di 20°.
Quindi ipotizziamo che imposto il termostato generale a 20° per raggiungere questa temperatura nella seconda stanza.
La domanda è: impostando la valvola della stanza in cui è presente il termostato generale a 18 °, la caldaia continuerà ad emettere gas finche quella stanza non raggiungerà i 20° come da termostato generale oppure si fermerà appena avrà raggiunto i 18° impostati tramite valvola del termosifone?
Grazie mille,
Claudia
Ciao Claudia. La caldaia scalda l’acqua mediante diverse fonti (gas, gasolio, elettricità, ecc.). Negli impianti ad acqua, ciascun elemento radiante (che sia un radiatore a parete o una porzione di pavimento) è un punto di scambio di calore tra l’elemento stesso e l’ambiente, dove è il componente più caldo (in questo caso l’elemento radiante) a cedere calore all’altro. Quindi, l’acqua viene scaldata nella caldaia, arriva nel radiatore, cede calore e torna in caldaia per essere nuovalmente scaldata. Ragionando in questi termini abbastanza semplificati e schematizzati, è ipotizzabile considerare i termosifoni come elemento di dispersione del calore, e di conseguenza meno ce ne sono attivi/aperti, meno sarà la dispersione di calore dell’acqua nell’impianto e meno sarà l’energia da dover utilizzare per portarla nuovamente in temperatura.
Le valvole termostatiche permettono di disperdere meno calore dove è meno necessario (e questa è una considerazione puramente personale, che ciascuno fa in base alle proprie abitudini e bisogni) e quindi di consumare meno energia.
Nel caso di termostati e valvole termostatiche tradizionali (tralasciando quindi cose più evolute di domotica e accessori smart), la caldaia è in grado di comunicare soltanto con il termostato (o i termostati, in caso di riscaldamenti multizona).
Nella tua ipotesi, impostando il termostato a 20 °C e la valvola della stanza in cui è posizionato a 18 °C: parte il riscaldamento, vengono raggiunti i 18 °C nella suddetta stanza e la valvola si chiude completamente; il termostato non ha ancora raggiunto la temperatura impostata, e di conseguenza la caldaia continua a mettere in circolo acqua calda, che però confluisce soltanto nella seconda stanza.
A questo punto c’è da distinguere diversi scenari, in base alla presenza o meno della valvola termostatica sul termosifone dell’altra stanza ed eventualmente al valore su cui questa è impostata. Posso fare due esempi:
– se nella seconda stanza manca la valvola termostatica, o comunque c’è ma è impostata sul suo valore massimo, il riscaldamento continua a funzionare all’infinito ma il calore viene disperso solo in questa seconda stanza. Questo almeno teoricamente, ipotizzando due stanze completamente isolate tra loro, mentre nella realtà dei fatti è ovvio che il calore liberato nella seconda stanza andrà comunque a disperdersi e scaldare anche la stanza termostato e, ipoteticamente, prima o poi il termostato rileverà i 20 °C impostati e spegnerà il riscaldamento;
– se nella seconda stanza hai la valvola termostatica, e questa è impostata sul valore di 20 °C, il riscaldamento continua a funzionare, vengono raggiunti i 20 °C nella suddetta stanza, la valvola si chiude, ma la caldaia (obbediendo al termostato) continua a funzionare tentando di pompare acqua nell’impianto. La dispersione di calore sarà minima, perché comunque, non circolando, l’acqua non scambierà molto calore, ma la situazione potrebbe comunque danneggiare la caldaia alla lunga (fermo restando che comunque sarà consumata anche un minimo di energia elettrica, necessario alla caldaia).
Ciao vorrei un Vs parere.ho termostato in salotto impostato su 20 gradi.
Nel medesimo salotto ho due caloriferi ..uno lo tengo sul 5 per evitare problemi di pressione.
Qui non so.tanti mi dicono di aprire a 5 quello del bagno altri di aprire quello dove ho il termostato uno sul 3..parlando di valvole termostatiche.
Quindi ho un calorifero a 5 e uno a 3..corretto?
O meglio che stiamo entrambi a 3 e lascio a 5 il calorifero del bagno?
Ringrazio
Ciao Gianclaudio, prima di tutto dovresti cercare di capire a quanti gradi centigradi corrispondano i numeri rappresentati sulle elettrovalvole (puoi trovarlo sul manuale o sul sito del produttore).
Se il 5 corrisponde a un valore superiore rispetto a quello impostato sul termostato (cosa molto probabile se hai impostato il termostato a 20 °C), lasciando quello del bagno a quel valore, il calorifero risulterà “sempre aperto”, seppur parzialmente, scongiurando i possibili danni alla caldaia descritti nell’articolo e mantenendo gradevole la temperatura di un locale così “sensibile”.
Avendo quella del bagno così impostata, per quanto riguarda i termosifoni nel salotto dipende un po’ dalla posizione, dalla distanza dal termostato, dalla temperatura che vuoi avere nelle varie zone, eccetera: potresti tenerle tutte a 5 (in questo caso le valvole termostatiche e i caloriferi si spegneranno completamente solo quando il termostato avrà raggiunto la temperatura impostata), tutte a 3 (in questo caso potrebbero chiudersi prima del raggiungimento dei 20 °C, ma ci sarebbe comunque sempre quello del bagno attivo), oppure una a 3 (magari quella del termosifone più vicino al termostato, per evitare che quella zona si scaldi più in fretta e lo faccia scattare prima che la temperatura sia stata raggiunta anche nell’altra zona, specialmente se più ampia) e una a 5 (magari quella del radiatore più vicino al divano o a punti in cui può essere necessaria una sensazione di calore più prolungata)…
Insomma, recupera i rispettivi valori in gradi centigradi, imposta a 5 la valvola del bagno (sia per la questione pompa caldaia, sia per far sì che lì venga raggiunta la temperatura massima impostata) e poi fai un po’ di prove con quelle del salotto per trovare la soluzione migliore per le tue esigenze (puoi utilizzare anche altri valori, come il 4 o i decimali)!
Ciao grazie per la risposta.allora ho le valvole numerate da 1 a 5.dove 3 corrisponde ai 20 gradi.la valvola del bagno l ho messa sul 5.
Caldaia temperatura 75 gradi.
Premetto che vivo in un contesto di corte.classificazione casa G.quindi molto molto dispersiva e isolata male..diciamo che i 21 gradi in casa riesco a raggiungerli solo con l aiuto di un termoconvettore posizionato in sala cucina.se dovessi togliere questo aiuto senza caloriferi la temperatura di default arriva a 17..non riesco ancora a trovare una situazione di comfort..mettendo termostato parte 21…il termostato non arriva mai a quella temperatura.
Volevo dire ..arrivando pa una soluzione.
Meglio impostare 22 o 23 gradi il termostato e poi le valvole sul 3 o 4…
Oppure star più bassi tipo impostando 20 gradi e tutte le valvole aperte sul 5?
Grazie 1000.
Quando si fa fatica a raggiungere le temperature impostate, di solito si prova ad alzare la temperatura di mandata dell’acqua, valore che nel tuo caso è già un po’ alto (non ho idea di quanto in più si possa alzare e quanto possa convenire in termini energetici e di sprechi).
Nella situazione che descrivi:
– termostato a 22/23 °C e valvole a 3 > raggiunti i 20 °C le valvole si chiudono (in questo caso è consigliabile che tu ne abbia almeno una, in un’altra stanza o comunque nello stesso impianto, che rimagna aperta finché il riscaldamento è acceso). Dai 20 °C in poi il riscaldamento nella stanza sarà ad opera del solo termoconvettore;
– termostato a 22/23 °C e valvole a 4 > ipotizzando che tale valore corrsiponda a circa 25 °C, al raggiungimento della temperatura impostata nel termostato, e del conseguente spegnimento del riscaldamento, le valvole sono sono ancora parzialmente aperte. Caldaia e termoconvettore collaborano fino al raggiungimento della temperatura impostata;
– termostato a 20 °C e valvole a 5 > viene raggiunta la temperatura impostata nel termostato, il riscaldamento si spegne e le valvole rimangono parzialmente aperte. Termoconvettore e caldaia scaldano contemporaneamente fino al raggiungimento della temperatura impostata.
La presenza del termoconvettore non è trascurabile, perché comunque la temperatura della stanza dipenderà anche da esso e la stessa temperatura rilevata da termostato e valvole termostatiche ne risentirà.
Il secondo e il terzo caso sono simili, perché sia termoconvettore che caldaia riscaldano sempre insieme. L’unica cosa che cambia è la temperatura finale e, in questi termini, il terzo caso è sicuramente quello meno energivoro (c’è da vedere però se la temperatura più bassa è compatibile con il tuo comfort).
Il primo e il terzo caso sono identici fino a 20 °C. Nel primo caso, dopo tale valore, resterà acceso solamente il termoconvettore.
Se 20 °C ti bastano, prova con l’impostazione del terzo punto; se invece preferisci avere una temperatura di 22/23 °C, probabilmente è meglio l’impostazione del secondo punto, così che i due metodi di riscaldamento collaborino fino alla fine e non succeda che il termoconvettore elettrico debba portare la stanza da 20 °C a 22/23 °C da solo (oltre alla questione delle tempistiche, economicamente c’è da tener conto del fatto che la corrente non costi poco e che, solitamente, i termoconvettori siano abbastanza energivori).
Intanto non so come ringraziarti per queste considerazioni.
Però.. ritornando alle 3 ipotesi…se a termostato imposto 13 gradi..le valvole tarate a 3..quindi si formano a 20 gradi…la caldaia continua a pompare acqua perché sente l informazione dei 23 gradi a termostato?questo è dannoso o manda in tilt la caldaia?l installatore quando mi montò tutto disse…il termostato puoi anche metterlo a 30 gradi tanto poi le valvole si formano a 20 gradi…io sta cosa la prendo con le pinze
L ultima cosa..come se fosse legge.come taro il tutto per avere una situazione perfetta?
Intanto ho per tutta la settimana una fascia confort che va dalle 6 del mattino alle 23 di sera e qui che temperatura si mette?solitamente 20 gradi.la fascia notturna la metto un grado o mezzo grado in meno..
Non son favorevole a mettere troppe fasce di accensione perché vedo la cosa come un continuo accendi spegni.
E poi metter le valvole sul 3.
Mio obiettivo è toccare meno possibile ..
Ah la temperatura dell acqua è 70 gradi..caldaia a condensazione..consiglia di abbassarlo sui 60/65?
Non so a che temperatura lavori bene la condensa.
Grazie 1000
La caldaia si basa sul termostato/i. Se tutte le valvole termostatiche sono chiuse, la pompa della caldaia si sforza inutilmente e alla lunga potrebbe risentirne (oltre al fatto che è un inutile non senso energetico che la caldaia continui a scaldare e pompare l’acqua senza che poi questa arrivi ai radiatori e serva effettivamente a riscaldare l’abitazione). Non è obbligatorio, però solitamente si consiglia di lasciare sempre almeno un radiatore senza valvola termostatica o comunque con questa impostata al valore massimo (come già detto, solitamente il bagno, in quanto luogo dove è generalmente richiesta una temperatura più alta).
Questo discorso vale in caso di valvole termostatiche meccaniche tradizionali (che non comunicano direttamente con la caldaia ma sono un semplice “interruttore progressivo” posto sul singolo radiatore), senza tener conto di valvole domotiche e simili, perché in quel caso alcuni modelli, seppur sempre di valvole in grado di aprirsi e chiudersi in autonomia si tratti, potrebbero essere anche in grado di comunicare direttamente con termostato/caldaia il loro stato e la temperatura rilevata (e in questo caso sì che, quando sono tutte chiuse, la caldaia lo sa e smette di funzionare).
Se non vuoi fare troppe fasce, la soluzione che utilizzi è la migliore: un programma durante la giornata e un altro notturno. Durante la giornata puoi fare tutte le considerazioni che abbiamo già fatto nei commenti precedenti, mentre durante la notte dipende sempre dalla temperatura di tuo gradimento e da quanto tempo ci mette l’abitazione a disperdere il calore accumulato durante la giornata… se non c’è tanta dispersione (anche se non mi sembra il tuo caso), potresti addirittura impostare una temperatura tale per cui il riscaldamento non partirebbe nemmeno (nelle case moderne o comunque efficienti energeticamente, mantenendo i 20-21 °C durante la giornata e impostanto una temperatura notturna di 16-18 °C, praticamente avresti la quasi certezza che di notte il riscaldamento non andrebbe mai).
La temperatura di mandata della caldaia dipende dal tipo di caldaia ma anche dal tipo di impianto (riscaldamento a pavimento, a radiatori, monotubo, bitubo, ecc.) e dalla sua efficienza (tubi coibentati, molto disperdenti, ecc.). Devi un po’ regolarti tu, sempre stando entro certi range che possono consigliarti produttore/installatore/manutentore.
Ovviamente quelle fatte sono solo considerazioni personali, quindi non prenderle come legge!
Ciao
Dopo aver contattato un termoidraulico per sapere come mai ho bollette stratosferiche…dopo misurazioni appropriate siamo giunti alla fatidica risposta che i caloriferi sono sottodimensionati.mi ha consigliato quindi,per non buttare soldi ,pur non riuscendo a raggiungere nemmeno 18 gradi ..in attesa della sostituzione dei caloriwri,almeno i 2 in sala cucina e dove c’è il termostato.. mi ha consigliato..
Mandata 45 48 gradi,questo per risparmiare perché cmq 17.5 18 gradi così li prendo…rispetto ai 75 gradi dove nel mese di novembre ho avuto una bolletta di 350 euro mensili..
Termostatiche dei 2 caloriferi sottodimensionati in sala cucina sul 3 (18 20 gradi)..quello del bagno valvola aperta per evitare colpi d ariete.. e termostato in manuale sui 18 sempre…perché se mi scende la temperatura a 17..ci mette tutta mattina e metà pomeriggio per salire a 18.
Ecco..in questi 2 mesi in attesa che arrivino i caloriferi adatti,per avere un minimo di tepore e non spendere troppo per una cosa che non posso avere…vanno bene questi parametri?
Grazie 1000
Un altra cosa a intuito…se abbassassi la mandata a 45 gradi…metto on termostato in manuale a 25 30 gradi…le termostatiche sul 3 e quella del bagno a 5..praticamente uso il termostato come un termometro..tenendolo così alto manda sempre l impulso alla caldaia..ma il confort di casa poi me lo fa la termostatica sul valore 3 che equivale ai 19 gradi e la temperatura della mandata.
Può essere fattibile una cosa così?
Grazie
Ciao Gianclaudio, se il termotecnico, dopo sopralluogo e opportune misurazioni, ti ha consigliato di settare in questo modo, segui le sue indicazioni e prova a vedere come va.
Tieni conto, però, che la temperatura di mandata dell’acqua è, in altri termini e tralasciando vari discorsi (tipo dispersione lungo il tragitto e conducibilità termica del calorifero), la temperatura che senti toccando il calorifero; più è alta, più il calorifero è caldo, o in altri termini potremmo dire “potente”.
Ragionando per estremi, si può impostare la temperatura di mandata più bassa possibile, aumentando i tempi di funzionamento al massimo o, in alternativa, impostare la temperatura di mandata più alta possibile e ridurre al minimo i tempi di funzionamento. Probabilmente, la soluzione migliore è quella di impostare la T di mandata minima necessaria e sufficiente affinché i caloriferi riescano a scaldare l’appartamento.
Grazie 1000.
Guarda,il mio discorso ora,a scapito del comfort che non c’è,è solo un discorso di risparmio monetario.spegnere tutto no perché andrei sul freddo freddo…tenendo una mandata bassa e sempre acceso sui 17 gradi risparmierei almeno qualcosa
E col termostato impostato a 19 gradi e le valvole impostate a 20 cosa succederebbe ????
Ciao Luigi, nel caso che ipotizzi la situazione sarebbe esattamente la stessa che si verificherebbe in un impianto tradizionale (cioè senza valvole termostatiche): viene raggiunta la temperatura impostata di 19 °C, il termostato “scatta”, la caldaia smette di pompare acqua nell’impianto e il termosifone rimane “aperto”, seppur parzialmente (non essendo stata raggiunta la temperatura impostata, la valvola rimane aperta e non chiude il circuito, anche se c’è da considerare comunque che, visto il gap di temperatura, probabilmente lo sarà soltanto parzialmente e quindi la potenza termica del radiatore non sarà massima).
Grazie della spiegazione.
Ipotizzando una situazione in cui soggiorno, cucina e camere avessero le valvole termostatiche impostate su 20gradi, un bagno con valvola impostata a 22gradi ed un secondo bagno con valvola totalmente aperta come suggerito, a che temperatura andrebbe impostato il termostato generale dell’impianto ed in quale stanza sarebbe meglio posizionarlo?
Grazie ancora
Alessandro
La questione non è così semplice. Tecnicamente sarebbe meglio posizionarlo nella stanza con le valvole termostatiche impostate alla temperatura più alta (o completamente aperte), oppure impostare una temperatura uguale a quella delle elettrovalvole dello stesso locale.
1) Nel primo caso, nel tuo caso specifico, termostato posizionato nel bagno con valvola sempre aperta e con temperatura impostata di 22 °C:
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– vengono raggiunti i 20 °C in tutte le stanze -> i radiatori di camere, cucina e soggiorno si spengono (bagni ancora accesi);
– vengono raggiunti i 22 °C nei bagni -> si chiude la valvola del primo e si spegne anche il riscaldamento ovunque.
2) Nel secondo caso, invece, termostato posizionato in salotto, con temperatura impostata a 20 °C:
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– vengono raggiunti i 20 °C in tutte le stanze -> le valvole termostatiche di camere, cucina e soggiorno si spengono, e allo stesso tempo si spegne anche il riscaldamento;
– le valvole dei bagni rimangono inutilmente aperte, dal momento che la caldaia è spenta.
C’è da considerare però che, come detto nel messaggio precedente, nella realtà invervengono moltissimi fattori. Ad esempio, i bagni potrebbero essere stanze molto più piccole e molto meno dispersive, riuscendo così a scaldarsi più in fretta, con la conseguenza che al raggiungimento dei 20 °C in soggiorno questi potrebbero trovarsi già intorno ai 22 °C desiderati.
Se invece usciamo dai due scenari precedenti, ipotizzando di metterlo in salotto con una temperatura impostata di 21 °C (quindi più alta rispetto a quella a cui sono settate le valvole termostatiche della stanza):
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– si raggiungono i 20 °C in tutte le stanze -> i radiatori di camere, cucina e soggiorno si spengono (bagni ancora accesi);
– si raggiungono i 22° C nel primo bagno -> il radiatore si spegne (secondo bagno ancora acceso);
– il radiatore dell’ultimo bagno rimane sempre aperto e il riscaldamento rimane acceso a oltranza, perché i 21 °C nel salotto difficilmente potranno essere raggiunti se a 20 °C la stanza smette di essere scaldata (specialmente in caso di abitazione non coibentata).
Questo scenario potrebbe essere facilmente evitato con un cronotermostato, identificando determinati orari di attivazione, in modo che fuori da essi il termostato non sia comunque più in grado di comandare la caldaia e non si rischi quindi che il riscaldamento rimanga acceso più del necessario.
Purtroppo, i ragionamenti sono una cosa, ma all’atto pratico è tutto da vedere, specialmente considerando il fatto che la temperatura delle stanze non cresce uniformemente. Se hai la possibilità, puoi provare a metterlo in soggiorno (come già detto, il luogo tradizionale in cui viene posizionato), possibilmente lontano da fonti di calore/dispersione, con temperatura impostata ad esempio intorno a 21 °C, e settare le valvole termostatiche presenti nella stanza a una temperatura maggiore (per fare in modo che i radiatori del locale siano comandati solamente dal termostato):
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– si raggiungono i 20 °C -> i radiatori di camere e cucina si spengono (soggiorno e bagni ancora accesi);
– si raggiungono i 21 °C -> il riscaldamento si spegne.
Puoi provare questo setting e vedere se effettivamente all’interno dei due bagni, al momento dello spegnimento del riscaldamento, c’è una temperatura leggermente superiore rispetto ai 21 °C del salotto.
Se ti trovi bene in questo modo, da qui poi puoi partire per gli eventuali aggiustamenti.
Save
Nel caso di abitazione con riscaldamento autonomo e volendo evitare di danneggiare la caldaia, un termostato di quelli a libera posizione a batteria, dove sarebbe meglio posizionarlo?
Grazie
Alessandro
Ciao Alessandro, con i termostati (dispositivi in grado di comandare il funzionamento di altre apparecchiature sulla base della temperatura rilevata) non dovrebbero esserci problemi, perché una volta raggiunto il valore impostato sono in grado di mandare il segnale alla caldaia, facendo interrompere il circolo dell’acqua. Le valvole termostatiche, invece, chiudono solo il radiatore su cui sono installate. Per questo, se per assurdo tutte le valvole fossero chiuse, ma la temperatura impostata nel termostato non fosse ancora stata raggiunta, la caldaia continuerebbe a scaldare e pompare acqua in un impianto che nei fatti sarebbe chiuso in ogni punto di scambio di calore, sforzando inutilmente.
Se effettivamente ti riferisci a un termostato, che da solo deve comandare autonomamente l’intero riscaldamento dell’abitazione, devi cercare di individuare un punto che sia il più significativo possibile (e questo dipende anche da quale siano i tuoi obiettivi e abitudini) e che non risenta di eventuali disturbi nella misurazione: lontanto da fonti di calore (termosifoni, termoconvettori, ecc.) e da spifferi o punti di dispersione (finestre, muri perimetrali, ecc.), non in cucina (forno e fornelli possono impattare significativamente sulla temperatura della stanza), non nei corridoi, nelle rampe delle scale e nelle camere (locali generalmente più freddi), non nel bagno (generalmente caldo), eccetera. Ecco perché solitamente viene posizionato in salotto, o comunque negli ambienti più vissuti durante la giornata.
L’ambiente domestico potrebbe essere visto come un sistema chiuso, con temperatura costante in ogni punto, ma nella realtà le cose sono ben diverse e la temperatura può variare tra i diversi locali e, addirittura, anche all’interno di una stessa stanza (in tutte le direzioni, anche in base all’altezza). Per questo motivo, per riuscire a calibrarla al meglio, quando possibile, è sempre consigliabile utilizzare più termostati (posizionandoli in diverse stanze e avendo l’accortezza di creare altrettanti “sottoimpianti” indipendenti) o, in alternativa, le valvole termostatiche (che pensandoci bene sono comunque una sorta di termostato, essendo in grado di fissare la temperatura di picco della stanza, pur non potendo comunicare direttamente con la caldaia).
Vorrei Chiedervi il seguente questito su un impianto con collettore ogni termosifone ha il suo circuito, in alcune camere non usero mai il termosifone é sufficiente chiudere la valvola termostatica o mettendo una valvola sul collettore per ogni circuito avro un maggiore risparmio chiudendo i singoli circuiti.
Ciao Francesco, l’intero impianto di riscaldamento, dopo messa in servizio e collaudo, rimane costantemente in pressione e pieno di acqua (salvo durante gli interventi di spurgo dell’aria ed eventuali interventi di manutenzione straordinaria, che comunque vengono seguiti dal rabbocco a freddo dell’acqua mancante per riportare l’impianto in pressione), a meno che tu non abbia esplicitamente detto all’idraulico, in fase di installazione e prima del riempimento, di chiudere quei particolari circuiti per evitare di riempirli.
A cose normali, dal mio punto di vista, non dovrebbero esserci differenze tra il chiudere la mandata a livello del collettore (il circuito di tale termosifone, se già pieno, lo rimane) o chiuderla all’ingresso del termosifone: se il circuito è chiuso, l’acqua presente non circola e quindi non entra in caldaia per il riscaldamento (l’acqua nella tubazione di mandata che va da collettore a calorifero rimane comunque fredda, in entrambi i casi).
Comunque, se non hai intenzione di utilizzare la testa termostatica montata sul radiatore, puoi sostituirla con un volantino per valvole termostatizzabili (in questo modo comanderai manualmente l’apertura del termosofine, come accadeva con le vecchie valvole manuali).