Le valvole termostatiche sono un dispositivo che negli ultimi anni ha avuto una grande diffusione all’interno delle nostre case. Dal Giungo 2017 (secondo D.Lgs 102/2014 e successiva proroga) sono infatti obbligatorie in tutti i condomini con impianto di riscaldamento centralizzato (salvo particolari condizioni di esonero), con lo scopo di diminuire consumi e sprechi energetici.
Al di là delle condizioni di obbligatorietà, possono però diventare uno strumento molto utile anche nelle case singole dotate di impianto di riscaldamento autonomo.
Vediamo quindi come funzionano le valvole termostatiche e come regolarle per ottimizzare i consumi e abbassare gli importi delle bollette.
Cosa sono e come funzionano le valvole termostatiche
Le valvole termostatiche non sono altro che dei piccoli termostati, posizionati su ogni singolo radiatore di calore, in grado di rilevare la temperatura dell’ambiente e regolare la potenza termica del calorifero, chiudendo o riducendo la portata di acqua calda al suo interno.
Più la differenza di temperatura tra quella impostata e quella rilevata è alta, più la valvola è aperta (fino alla massima apertura), ma man mano che questa differenza si riduce la valvola si chiude gradualmente, arrivando a fine battuta (chiusura totale) una volta che il gap tra le temperature risulta nullo.
In questo modo il singolo termosifone diventa indipendente dal resto dell’impianto, essendo in grado di ridurre in modo autonomo l’apporto di calore fino al raggiungimento della temperatura desiderata, momento dal quale verrà interrotto il circolo dell’acqua e il calorifero risulterà spento.
Le valvole termostatiche più diffuse sono quelle meccaniche, e funzionano nel modo sopra descritto, ma sul mercato si possono trovare anche modelli digitali, dotati di diversi principi di funzionamento e nei quali, in alcuni casi, è addirittura possibile programmare diverse temperature e diversi orari di funzionamento (proprio come nelle centraline principali degli impianti di riscaldamento).
Che si tratti di di valvole termostatiche meccaniche o digitali, però, il compito è lo stesso.
Come regolare le valvole termostatiche
Le valgole termostatiche meccaniche si regolano mediante una manopola numerata, generalmente con una scala di valori che va da 0 a 5. Ciascun numero corrisponde a una determinata temperatura: indicativamente, il 3 corrisponde a 20 °C e la differenza tra ogni numero è di circa 5 °C, ma per i dati i precisi è necessario consultare il manuale di istruzioni del produttore.

Valvola termostatica meccanica
Nei locali principali, come il salotto, potete impostare le temperature attorno a valori confortevoli, ad esempio 20 °C, mentre negli ambienti di passaggio, come corridoi e atrii, potete impostare una temperatura più bassa.
Lo stesso criterio potete utilizzarlo in cucina, essendo un locale con molte fonti di calore indirette quali fornelli e forni, e nelle camere da letto, specialmente se utilizzate solo nelle ore notturne.
Capitolo a parte il bagno, che solitamente si imposta a una temperatura più calda ed accogliente.
Grazie alla presenza delle valvole termostatiche potete inoltre poi spegnere o regolare al minimo il riscaldamento nelle stanze degli ospiti o in quelle che utilizzate meno, evitando così spreci inutili.
In estate (o comunque quando l’impianto di riscaldamento viene spento), invece, è consigliabile posizionare tutte le valvole termostatiche sul valore più alto (quindi aperte al massimo), in modo da evitare che sedimenti e calcare possano ostruirle, danneggiandole e compromettendone il corretto funzionamento.
Utilizzi nelle abitazioni dotate di riscaldamento autonomo
Negli appartamenti di condomini con impianto di riscaldamento centralizzato le valvole termostatiche sono obbligatorie su ogni radiatore, per permettere a ognuno di regolare la temperatura delle stanze in base alle proprie esigenze ed evitare così sprechi di energia e gas inutili (qualcuno in passato avrà sicuramente assistito a scene in cui si vedevano appartamenti con le finestre completamente aperte anche in pieno inverno, a causa dalle temperature esagerate preimpostate dal condominio che costringevano i condomini a cercare conforto nell’aria esterna).
Nelle abitazioni con impianto di riscaldamento autonomo (dotate quindi di caldaia personale), questi dispositivi non sono obbligatori, ma possono comunque essere molto utili.
Spesso infatti la centralina che comanda il funzionamento della caldaia e dell’intero impianto è comandata da un unico termostato, per tutte le stanze, rendendo di fatto impossibile una regolazione specifica per ogni ambiente: montando le valvole, invece, sarete liberi di decidere le temperature di ogni singolo locale, ottimizzando al meglio i consumi in base alle vostre egisenze.
Attenzione a non danneggiare la caldaia: ricordatevi che quest’ultima sarà comunque comandata dalla centralina caldaia principale e dai suoi termostati!
Se, per ipotesi, la temperatura del termostato fosse impostata a 22° C, e le valvole termostatiche fossero tutte impostate a 20 °C, al raggiungimento di quest’ultima temperatura queste si chiuderebbero, interrompendo il circolo dell’acqua calda nei radiatori di calore; la caldaia però, basandosi sul termostato che rileva 20 °C, continuerebbe a pompare acqua nell’impianto nel tentativo di raggiungere i 22 °C, compiendo uno sforzo anomalo che e a lungo andare potrebbe danneggiare la pompa caldaia.
Per questo motivo, al fine di scongiurare questo problema, alcuni tecnici consigliano di lasciare almeno un calorifero dell’impianto senza valvola (solitamente quello del bagno, essendo il locale generalmente più caldo della casa).
In alternativa, qualora preferiate montare le valvole termostatiche su tutti i termosifoni, abbiate l’accortezza di lasciarne almeno una impostata sul valore massimo, in modo che un circuito rimanga sempre aperto, lasciando un punto di sfogo per la pressione generata dalla pompa dell’impianto.
Conclusioni
Dopo aver visto come funzionano le valvole termostatiche e aver capito come impostarle, non vi rimane altro da fare che regolare quelle presenti nella vostra abitazione e iniziare a effettuare regolarmente la lettura del contatore del gas, per monitorare l’effettivo risparmio nel consumo di gas metano!
Buongiorno, non ho ancora ben chiaro come funziona il consumo di gas legato alla caldaia e ai termostati.
ipotizziamo per semplicità che ho una casa di due stanza. Nella stanza in cui ho il termostato generale vorrei una temperatura di 18°. Nella seconda stanza dove non c’è il termostato vorrei invece una temperatura di 20°.
Quindi ipotizziamo che imposto il termostato generale a 20° per raggiungere questa temperatura nella seconda stanza.
La domanda è: impostando la valvola della stanza in cui è presente il termostato generale a 18 °, la caldaia continuerà ad emettere gas finche quella stanza non raggiungerà i 20° come da termostato generale oppure si fermerà appena avrà raggiunto i 18° impostati tramite valvola del termosifone?
Grazie mille,
Claudia
Ciao Claudia. La caldaia scalda l’acqua mediante diverse fonti (gas, gasolio, elettricità, ecc.). Negli impianti ad acqua, ciascun elemento radiante (che sia un radiatore a parete o una porzione di pavimento) è un punto di scambio di calore tra l’elemento stesso e l’ambiente, dove è il componente più caldo (in questo caso l’elemento radiante) a cedere calore all’altro. Quindi, l’acqua viene scaldata nella caldaia, arriva nel radiatore, cede calore e torna in caldaia per essere nuovalmente scaldata. Ragionando in questi termini abbastanza semplificati e schematizzati, è ipotizzabile considerare i termosifoni come elemento di dispersione del calore, e di conseguenza meno ce ne sono attivi/aperti, meno sarà la dispersione di calore dell’acqua nell’impianto e meno sarà l’energia da dover utilizzare per portarla nuovamente in temperatura.
Le valvole termostatiche permettono di disperdere meno calore dove è meno necessario (e questa è una considerazione puramente personale, che ciascuno fa in base alle proprie abitudini e bisogni) e quindi di consumare meno energia.
Nel caso di termostati e valvole termostatiche tradizionali (tralasciando quindi cose più evolute di domotica e accessori smart), la caldaia è in grado di comunicare soltanto con il termostato (o i termostati, in caso di riscaldamenti multizona).
Nella tua ipotesi, impostando il termostato a 20 °C e la valvola della stanza in cui è posizionato a 18 °C: parte il riscaldamento, vengono raggiunti i 18 °C nella suddetta stanza e la valvola si chiude completamente; il termostato non ha ancora raggiunto la temperatura impostata, e di conseguenza la caldaia continua a mettere in circolo acqua calda, che però confluisce soltanto nella seconda stanza.
A questo punto c’è da distinguere diversi scenari, in base alla presenza o meno della valvola termostatica sul termosifone dell’altra stanza ed eventualmente al valore su cui questa è impostata. Posso fare due esempi:
– se nella seconda stanza manca la valvola termostatica, o comunque c’è ma è impostata sul suo valore massimo, il riscaldamento continua a funzionare all’infinito ma il calore viene disperso solo in questa seconda stanza. Questo almeno teoricamente, ipotizzando due stanze completamente isolate tra loro, mentre nella realtà dei fatti è ovvio che il calore liberato nella seconda stanza andrà comunque a disperdersi e scaldare anche la stanza termostato e, ipoteticamente, prima o poi il termostato rileverà i 20 °C impostati e spegnerà il riscaldamento;
– se nella seconda stanza hai la valvola termostatica, e questa è impostata sul valore di 20 °C, il riscaldamento continua a funzionare, vengono raggiunti i 20 °C nella suddetta stanza, la valvola si chiude, ma la caldaia (obbediendo al termostato) continua a funzionare tentando di pompare acqua nell’impianto. La dispersione di calore sarà minima, perché comunque, non circolando, l’acqua non scambierà molto calore, ma la situazione potrebbe comunque danneggiare la caldaia alla lunga (fermo restando che comunque sarà consumata anche un minimo di energia elettrica, necessario alla caldaia).
Ciao vorrei un Vs parere.ho termostato in salotto impostato su 20 gradi.
Nel medesimo salotto ho due caloriferi ..uno lo tengo sul 5 per evitare problemi di pressione.
Qui non so.tanti mi dicono di aprire a 5 quello del bagno altri di aprire quello dove ho il termostato uno sul 3..parlando di valvole termostatiche.
Quindi ho un calorifero a 5 e uno a 3..corretto?
O meglio che stiamo entrambi a 3 e lascio a 5 il calorifero del bagno?
Ringrazio
Ciao Gianclaudio, prima di tutto dovresti cercare di capire a quanti gradi centigradi corrispondano i numeri rappresentati sulle elettrovalvole (puoi trovarlo sul manuale o sul sito del produttore).
Se il 5 corrisponde a un valore superiore rispetto a quello impostato sul termostato (cosa molto probabile se hai impostato il termostato a 20 °C), lasciando quello del bagno a quel valore, il calorifero risulterà “sempre aperto”, scongiurando i possibili danni alla caldaia descritti nell’articolo e mantenendo gradevole la temperatura di un locale così “sensibile”.
Avendo quella del bagno così impostata, per quanto riguarda i termosifoni nel salotto dipende un po’ dalla posizione, dalla distanza dal termostato, dalla temperatura che vuoi avere nelle varie zone, eccetera: potresti tenerle tutte a 5 (in questo caso è come se non ci fossero le valvole termostatiche e i caloriferi si spegneranno solo quando il termostato avrà raggiunto la temperatura impostata), tutte a 3 (in questo caso potrebbero chiudersi prima del raggiungimento dei 20 °C, ma ci sarebbe comunque sempre quello del bagno attivo), oppure una a 3 (magari quella del termosifone più vicino al termostato, per evitare che quella zona si scaldi più in fretta e lo faccia scattare prima che la temperatura sia stata raggiunta anche nell’altra zona, specialmente se più ampia) e una a 5 (magari quella del radiatore più vicino al divano o a punti in cui può essere necessaria una sensazione di calore più prolungata)…
Insomma, recupera i rispettivi valori in gradi centigradi, imposta a 5 la valvola del bagno (sia per la questione pompa caldaia, sia per far sì che lì venga raggiunta la temperatura massima impostata) e poi fai un po’ di prove con quelle del salotto per trovare la soluzione migliore per le tue esigenze (puoi utilizzare anche altri valori, come il 4 o i decimali)!
Ciao grazie per la risposta.allora ho le valvole numerate da 1 a 5.dove 3 corrisponde ai 20 gradi.la valvola del bagno l ho messa sul 5.
Caldaia temperatura 75 gradi.
Premetto che vivo in un contesto di corte.classificazione casa G.quindi molto molto dispersiva e isolata male..diciamo che i 21 gradi in casa riesco a raggiungerli solo con l aiuto di un termoconvettore posizionato in sala cucina.se dovessi togliere questo aiuto senza caloriferi la temperatura di default arriva a 17..non riesco ancora a trovare una situazione di comfort..mettendo termostato parte 21…il termostato non arriva mai a quella temperatura.
Volevo dire ..arrivando pa una soluzione.
Meglio impostare 22 o 23 gradi il termostato e poi le valvole sul 3 o 4…
Oppure star più bassi tipo impostando 20 gradi e tutte le valvole aperte sul 5?
Grazie 1000.
Quando si fa fatica a raggiungere le temperature impostate, di solito si prova ad alzare la temperatura di mandata dell’acqua, valore che nel tuo caso è già un po’ alto (non ho idea di quanto in più si possa alzare e quanto possa convenire in termini energetici e di sprechi).
Nella situazione che descrivi:
– termostato a 22/23 °C e valvole a 3 > raggiunti i 20 °C le valvole si chiudono (in questo caso è consigliabile che tu ne abbia almeno una, in un’altra stanza o comunque nello stesso impianto, che rimagna aperta finché il riscaldamento è acceso). Dai 20 °C in poi il riscaldamento nella stanza sarà ad opera del solo termoconvettore;
– termostato a 22/23 °C e valvole a 4 > ipotizzando che tale valore corrsiponda a circa 25 °C, al raggiungimento della temperatura impostata nel termostato, e del conseguente spegnimento del riscaldamento, le valvole sono sono ancora aperte. Caldaia e termoconvettore collaborano fino al raggiungimento della temperatura impostata;
– termostato a 20 °C e valvole a 5 > viene raggiunta la temperatura impostata nel termostato, il riscaldamento si spegne e le valvole rimangono aperte (praticamente è come se non ci fossero). Termoconvettore e caldaia scaldano contemporaneamente fino al raggiungimento della temperatura impostata.
La presenza del termoconvettore non è trascurabile, perché comunque la temperatura della stanza dipenderà anche da esso e la stessa temperatura rilevata da termostato e valvole termostatiche ne risentirà.
Il secondo e il terzo caso sono simili, perché sia termoconvettore che caldaia riscaldano sempre insieme. L’unica cosa che cambia è la temperatura finale e, in questi termini, il terzo caso è sicuramente quello meno energivoro (c’è da vedere però se la temperatura più bassa è compatibile con il tuo comfort).
Il primo e il terzo caso sono identici fino a 20 °C. Nel primo caso, dopo tale valore, resterà acceso solamente il termoconvettore.
Se 20 °C ti bastano, prova con l’impostazione del terzo punto; se invece preferisci avere una temperatura di 22/23 °C, probabilmente è meglio l’impostazione del secondo punto, così che i due metodi di riscaldamento collaborino fino alla fine e non succeda che il termoconvettore elettrico debba portare la stanza da 20 °C a 22/23 °C da solo (oltre alla questione delle tempistiche, economicamente c’è da tener conto del fatto che la corrente non costi poco e che, solitamente, i termoconvettori siano abbastanza energivori).
Intanto non so come ringraziarti per queste considerazioni.
Però.. ritornando alle 3 ipotesi…se a termostato imposto 13 gradi..le valvole tarate a 3..quindi si formano a 20 gradi…la caldaia continua a pompare acqua perché sente l informazione dei 23 gradi a termostato?questo è dannoso o manda in tilt la caldaia?l installatore quando mi montò tutto disse…il termostato puoi anche metterlo a 30 gradi tanto poi le valvole si formano a 20 gradi…io sta cosa la prendo con le pinze
L ultima cosa..come se fosse legge.come taro il tutto per avere una situazione perfetta?
Intanto ho per tutta la settimana una fascia confort che va dalle 6 del mattino alle 23 di sera e qui che temperatura si mette?solitamente 20 gradi.la fascia notturna la metto un grado o mezzo grado in meno..
Non son favorevole a mettere troppe fasce di accensione perché vedo la cosa come un continuo accendi spegni.
E poi metter le valvole sul 3.
Mio obiettivo è toccare meno possibile ..
Ah la temperatura dell acqua è 70 gradi..caldaia a condensazione..consiglia di abbassarlo sui 60/65?
Non so a che temperatura lavori bene la condensa.
Grazie 1000
La caldaia si basa sul termostato/i. Se tutte le valvole termostatiche sono chiuse, la pompa della caldaia si sforza inutilmente e alla lunga potrebbe risentirne (oltre al fatto che è un inutile non senso energetico che la caldaia continui a scaldare e pompare l’acqua senza che poi questa arrivi ai radiatori e serva effettivamente a riscaldare l’abitazione). Non è obbligatorio, però solitamente si consiglia di lasciare sempre almeno un radiatore senza valvola termostatica o comunque con questa impostata al valore massimo (come già detto, solitamente il bagno, in quanto luogo dove è generalmente richiesta una temperatura più alta).
Questo discorso vale in caso di valvole termostatiche meccaniche tradizionali (che non comunicano direttamente con la caldaia ma sono un semplice “interruttore progressivo” posto sul singolo radiatore), senza tener conto di valvole domotiche e simili, perché in quel caso alcuni modelli, seppur sempre di valvole in grado di aprirsi e chiudersi in autonomia si tratti, potrebbero essere anche in grado di comunicare direttamente con la caldaia il loro stato e la temperatura rilevata (e in questo caso sì che, quando sono tutte chiuse, la caldaia lo sa e smette di funzionare).
Se non vuoi fare troppe fasce, la soluzione che utilizzi è la migliore: un programma durante la giornata e un altro notturno. Durante la giornata puoi fare tutte le considerazioni che abbiamo già fatto nei commenti precedenti, mentre durante la notte dipende sempre dalla temperatura di tuo gradimento e da quanto tempo ci mette l’abitazione a disperdere il calore accumulato durante la giornata… se non c’è tanta dispersione (anche se non mi sembra il tuo caso), potresti addirittura impostare una temperatura tale per cui il riscaldamento non partirebbe nemmeno (nelle case moderne o comunque efficienti energeticamente, mantenendo i 20-21 °C durante la giornata e impostanto una temperatura notturna di 16-18 °C, praticamente avresti la quasi certezza che di notte il riscaldamento non andrebbe mai).
La temperatura di mandata della caldaia dipende dal tipo di caldaia ma anche dal tipo di impianto (riscaldamento a pavimento, a radiatori, monotubo, bitubo, ecc.) e dalla sua efficienza (tubi coibentati, molto disperdenti, ecc.). Devi un po’ regolarti tu, sempre stando entro certi range che possono consigliarti produttore/installatore/manutentore.
Ovviamente quelle fatte sono solo considerazioni personali, quindi non prenderle come legge!
Ciao
Dopo aver contattato un termoidraulico per sapere come mai ho bollette stratosferiche…dopo misurazioni appropriate siamo giunti alla fatidica risposta che i caloriferi sono sottodimensionati.mi ha consigliato quindi,per non buttare soldi ,pur non riuscendo a raggiungere nemmeno 18 gradi ..in attesa della sostituzione dei caloriwri,almeno i 2 in sala cucina e dove c’è il termostato.. mi ha consigliato..
Mandata 45 48 gradi,questo per risparmiare perché cmq 17.5 18 gradi così li prendo…rispetto ai 75 gradi dove nel mese di novembre ho avuto una bolletta di 350 euro mensili..
Termostatiche dei 2 caloriferi sottodimensionati in sala cucina sul 3 (18 20 gradi)..quello del bagno valvola aperta per evitare colpi d ariete.. e termostato in manuale sui 18 sempre…perché se mi scende la temperatura a 17..ci mette tutta mattina e metà pomeriggio per salire a 18.
Ecco..in questi 2 mesi in attesa che arrivino i caloriferi adatti,per avere un minimo di tepore e non spendere troppo per una cosa che non posso avere…vanno bene questi parametri?
Grazie 1000
Un altra cosa a intuito…se abbassassi la mandata a 45 gradi…metto on termostato in manuale a 25 30 gradi…le termostatiche sul 3 e quella del bagno a 5..praticamente uso il termostato come un termometro..tenendolo così alto manda sempre l impulso alla caldaia..ma il confort di casa poi me lo fa la termostatica sul valore 3 che equivale ai 19 gradi e la temperatura della mandata.
Può essere fattibile una cosa così?
Grazie
Ciao Gianclaudio, se il termotecnico, dopo sopralluogo e opportune misurazioni, ti ha consigliato di settare in questo modo, segui le sue indicazioni e prova a vedere come va.
Tieni conto, però, che la temperatura di mandata dell’acqua è, in altri termini e tralasciando vari discorsi (tipo dispersione lungo il tragitto e conducibilità termica del calorifero), la temperatura che senti toccando il calorifero; più è alta, più il calorifero è caldo, o in altri termini potremmo dire “potente”.
Si può impostare la temperatura di mandata più bassa possibile, aumentando i tempi di funzionamento al massimo o, in alternativa, impostare la temperatura di mandata più alta possibile e ridurre al minimo i tempi di funzionamento. Questo ragionando per estremi, poi ovviamente ciascuno dei due punti ha i suoi pro e contro (sia in termini di temperatura dei locali e sua uniformità temporale, sia in termini energetici), per cui esistono tutte le scale di grigio che stanno nel mezzo.
Grazie 1000.
Guarda,il mio discorso ora,a scapito del comfort che non c’è,è solo un discorso di risparmio monetario.spegnere tutto no perché andrei sul freddo freddo…tenendo una mandata bassa e sempre acceso sui 17 gradi risparmierei almeno qualcosa
e col termostato impostato a 19 gradi e le valvole impostate a 20 cosa succederebbe ????
Ciao Luigi, nel caso che ipotizzi la situazione sarebbe esattamente la stessa che si verificherebbe in un impianto tradizionale (cioè senza valvole termostatiche): viene raggiunta la temperatura impostata di 19 °C, il termostato “scatta”, la caldaia smette di pompare acqua nell’impianto e il termosifone rimane “aperto” (non essendo stata raggiunta la temperatura impostata, la valvola rimane aperta e non chiude quindi il circuito).
Grazie della spiegazione.
Ipotizzando una situazione in cui soggiorno, cucina e camere avessero le valvole termostatiche impostate su 20gradi, un bagno con valvola impostata a 22gradi ed un secondo bagno con valvola totalmente aperta come suggerito, a che temperatura andrebbe impostato il termostato generale dell’impianto ed in quale stanza sarebbe meglio posizionarlo?
Grazie ancora
Alessandro
La questione non è così semplice. Tecnicamente sarebbe meglio posizionarlo nella stanza con le valvole termostatiche impostate alla temperatura più alta (o completamente aperte), oppure impostare una temperatura uguale a quella delle elettrovalvole dello stesso locale.
1) Nel primo caso, nel tuo caso specifico, termostato posizionato nel bagno con valvola sempre aperta e con temperatura impostata di 22 °C:
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– vengono raggiunti i 20 °C in tutte le stanze -> i radiatori di camere, cucina e soggiorno si spengono (bagni ancora accesi);
– vengono raggiunti i 22 °C nei bagni -> si chiude la valvola del primo e si spegne anche il riscaldamento ovunque.
2) Nel secondo caso, invece, termostato posizionato in salotto, con temperatura impostata a 20 °C:
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– vengono raggiunti i 20 °C in tutte le stanze -> le valvole termostatiche di camere, cucina e soggiorno si spengono, e allo stesso tempo si spegne anche il riscaldamento;
– le valvole dei bagni rimangono inutilmente aperte, dal momento che la caldaia è spenta.
C’è da considerare però che, come detto nel messaggio precedente, nella realtà invervengono moltissimi fattori. Ad esempio, i bagni potrebbero essere stanze molto più piccole e molto meno dispersive, riuscendo così a scaldarsi più in fretta, con la conseguenza che al raggiungimento dei 20 °C in soggiorno questi potrebbero trovarsi già intorno ai 22 °C desiderati.
Se invece usciamo dai due scenari precedenti, ipotizzando di metterlo in salotto con una temperatura impostata di 21 °C (quindi più alta rispetto a quella a cui sono settate le valvole termostatiche della stanza):
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– si raggiungono i 20 °C in tutte le stanze -> i radiatori di camere, cucina e soggiorno si spengono (bagni ancora accesi);
– si raggiungono i 22° C nel primo bagno -> il radiatore si spegne (secondo bagno ancora acceso);
– il radiatore dell’ultimo bagno rimane sempre aperto e il riscaldamento rimane acceso a oltranza, perché i 21 °C nel salotto difficilmente potranno essere raggiunti se a 20 °C la stanza smette di essere scaldata (specialmente in caso di abitazione non coibentata).
Questo scenario potrebbe essere facilmente evitato con un cronotermostato, identificando determinati orari di attivazione, in modo che fuori da essi il termostato non sia comunque più in grado di comandare la caldaia e non si rischi quindi che il riscaldamento rimanga acceso più del necessario.
Purtroppo, i ragionamenti sono una cosa, ma all’atto pratico è tutto da vedere, specialmente considerando il fatto che la temperatura delle stanze non cresce uniformemente. Se hai la possibilità, puoi provare a metterlo in soggiorno (come già detto, il luogo tradizionale in cui viene posizionato), possibilmente lontano da fonti di calore/dispersione, con temperatura impostata ad esempio intorno a 21 °C, e settare le valvole termostatiche presenti nella stanza a una temperatura maggiore (per fare in modo che i radiatori del locale siano comandati solamente dal termostato):
– temperatura interna 18 °C -> parte il riscaldamento;
– si raggiungono i 20 °C -> i radiatori di camere e cucina si spengono (soggiorno e bagni ancora accesi);
– si raggiungono i 21 °C -> il riscaldamento si spegne.
Puoi provare questo setting e vedere se effettivamente all’interno dei due bagni, al momento dello spegnimento del riscaldamento, c’è una temperatura leggermente superiore rispetto ai 21 °C del salotto.
Se ti trovi bene in questo modo, da qui poi puoi partire per gli eventuali aggiustamenti.
Save
Nel caso di abitazione con riscaldamento autonomo e volendo evitare di danneggiare la caldaia, un termostato di quelli a libera posizione a batteria, dove sarebbe meglio posizionarlo?
Grazie
Alessandro
Ciao Alessandro, con i termostati (dispositivi in grado di comandare il funzionamento di altre apparecchiature sulla base della temperatura rilevata) non dovrebbero esserci problemi, perché una volta raggiunto il valore impostato sono in grado di mandare il segnale alla caldaia, facendo interrompere il circolo dell’acqua. Le valvole termostatiche, invece, chiudono solo il radiatore su cui sono installate. Per questo, se per assurdo tutte le valvole fossero chiuse, ma la temperatura impostata nel termostato non fosse ancora stata raggiunta, la caldaia continuerebbe a scaldare e pompare acqua in un impianto che nei fatti sarebbe chiuso in ogni punto di scambio di calore, sforzando inutilmente.
Se effettivamente ti riferisci a un termostato, che da solo deve comandare autonomamente l’intero riscaldamento dell’abitazione, devi cercare di individuare un punto che sia il più significativo possibile (e questo dipende anche da quale siano i tuoi obiettivi e abitudini) e che non risenta di eventuali disturbi nella misurazione: lontanto da fonti di calore (termosifoni, termoconvettori, ecc.) e da spifferi o punti di dispersione (finestre, muri perimetrali, ecc.), non in cucina (forno e fornelli possono impattare significativamente sulla temperatura della stanza), non nei corridoi, nelle rampe delle scale e nelle camere (locali generalmente più freddi), non nel bagno (generalmente caldo), eccetera. Ecco perché solitamente viene posizionato in salotto, o comunque negli ambienti più vissuti durante la giornata.
L’ambiente domestico potrebbe essere visto come un sistema chiuso, con temperatura costante in ogni punto, ma nella realtà le cose sono ben diverse e la temperatura può variare tra i diversi locali e, addirittura, anche all’interno di una stessa stanza (in tutte le direzioni, anche in base all’altezza). Per questo motivo, per riuscire a calibrarla al meglio, quando possibile, è sempre consigliabile utilizzare più termostati (posizionandoli in diverse stanze e avendo l’accortezza di creare altrettanti “sottoimpianti” indipendenti) o, in alternativa, le valvole termostatiche (che pensandoci bene sono comunque una sorta di termostato, essendo in grado di fissare la temperatura di picco della stanza, pur non potendo comunicare direttamente con la caldaia).