La concimazione (o fertilizzazione) è uno degli aspetti fondamentali in qualsiasi tipo di coltura, dall’agricoltura intensiva, all’orto residenziale, fino al prato e alle piante ornamentali coltivate in vaso.
Ma cosa sono i veramente i concimi? Come funzionano e come si differenziano le varie tipologie? Ecco tutto quello che serve sapere per utilizzarli al meglio!

Cosa sono i concimi

Le sostanze fertilizzanti sono utilizzate per fornire alle piante i nutrienti essenziali per la propria attività vegetativa. Più precisamente, si può fare una distinzione tra concimi (solitamente NPK), correttivi (carbonati e zolfo) e ammendanti: i primi arricchiscono il terreno di uno o più elementi nutritivi, i secondi sono in grado di modificare alcune proprietà chimiche del terreno (una tra tutte, il pH, che influenza a sua volta l’assimibilità dei nutrienti presenti nella terra), mentre gli ultimi sono un po’ una via di mezzo e permettono di modificare anche la struttura fisica e microbiologica del suolo.

Concentrandosi sui concimi, si può notare come sul mercato esistano diverse tipologie, classificate in base all’origine, alla durata, allo stato e al meccanismo di azione.

Classificazione in base all’origine

  • i concimi minerali semplici (o chimici semplici) sono prodotti tramite processi industriali di sintesi e apportano un solo elemento nutritivo. I concimi minerali complessi (o chimici complessi), invece, sono in grado di fornire dai due agli otto elementi contemporaneamente.
    Questi fertilizzanti sono solitamente sali molto concentrati (caratterizzati da titoli elevati, ad esempio 25-4-15, 10-0-30, ecc.) e per questo devono essere limitati nel dosaggio (mediamente intorno ai 25-35 g/mq per l’utilizzo su prato);
  • i concimi organici (o naturali) sono composti biologici originati da sostanze naturali e possono derivare dall’attività animale (sangue, cornunghia, letame, guano, stallatico, pollina, ecc.) o da residui vegetali (cenere di legno, scarti di lavorazioni, compost, borlande, leonardite, lieviti, ecc.).
    A differenza dei concimi chimici, sono ricchi di carbonio (C) e caratterizzati anche da un lieve effetto ammendante (cambiano il pH e le caratteristiche fisiche e microbiologiche del terreno), mentre la concentrazione di elementi è molto inferiore (titoli 6-0-3, 3-3-3, ecc.). Le dosi consigliate possono quindi essere più abbondanti (anche fino a 80-100g/mq nel caso dei tappeti erbosi);
  • i concimi organo-minerali sono un ibrido tra le due tipologie precedenti.

Essendo i concimi chimici prevalentemente dei sali, il loro utilizzo prolungato e in dosi elevate può portare a un’eccessiva salificazione del suolo, con tutti i problemi che ne possono conseguire. Un buon piano di concimazione deve quindi integrare prodotti minerali e prodotti organici: per questo motivo sul mercato sono presenti sempre più prodotti organo-minerali, caratterizzati da titoli medio-alti e da tutti i benefici microbiologici tipici dei concimi organici puri.

Classificazione in base alla durata

  • concimi a pronto effetto, che agiscono in tempi brevi;
  • concimi a lenta cessione (o a rilascio controllato), che rilasciano le sostanze nutritive poco alla volta, garantendo una copertura che può andare dai 2-3 mesi (ad esempio per i concimi da tappeto erboso, in modo che al cambio di stagione la loro azione si sia esaurita e si possano apportare altri elementi più indicati per la nuova stagione) ai 12 mesi per i concimi florovivaistici.
    Il meccanismo di rilascio controllato può essere fisico (con apposite membrane che proteggono dall’umidità) o chimico (lunghe catene polimeriche che vengono gradualmente decomposte dai batteri e dalle temperature).

Utilizzando i concimi a pronto effetto è importantissimo rispettare le dosi e distribuire il prodotto omogeneamente, al fine di evitare il rischio di bruciature localizzate da sovradosaggio (in particolar modo di azoto). I concimi a lenta cessione, invece, oltre a coprire uno spazio temporale più esteso, riducono notevolmente questo rischio, dal momento che, anche in caso di sovradosaggi localizzati, gli elementi presenti verrebbero comunque rilasciati gradualmente.

La scelta del tipo di concime dipende molto dall’impiego, ma in generale i concimi di qualità contengono elementi sia a pronto effetto (che danno subito gli elementi necessari) sia a lenta cessione (che invece vengono rilasciati gradualmente nelle settimane successive), meglio ancora se caratterizzati da più tecnologie di rilascio differenti tra loro (in modo che anche in caso di pioggie consistenti o temperature molto elevate almeno una delle tecnologie riesca a mantenere attivo il rilascio programmato).

Classificazione in base al meccanismo di azione

  • concimi radicali, che agiscono scogliendosi nel suolo e diventanto parte della soluzione liquida che poi verrà assorbida dalle radici delle piante;
  • concimi fogliari, che vengono assorbiti dalle foglie delle piante per poi raggiungere i vari organi vegetativi per via sistemica.

Classificazione in base allo stato

  • concimi solidi, granulari o sottoforma di polvere, che agiscono nel terreno e solitamente sono caratterizzati da durate superiori;
  • concimi liquidi, che possono agire per via fogliare o per via radicale. La distribuzione è molto più uniforme e omogena, e l’effetto è più rapido rispetto a quello dei concimi solidi.
    I dosaggi sono piuttosto bassi, per cui possono essere utilizzati come biostimolanti o come integrazione ai concimi granulari, specialmente nelle stagioni più calde.

Un buon piano di concimazione prevede l’utilizzo sinergico di concimi solidi, che apportano una solida e duratura base nutritiva, e liquidi, che invece integrano la fertilizzazione e forniscono elementi pronti per l’assorbimento nei periodi di maggiore stress o in situazioni in cui l’assimilazione radicale sia difficoltosa.

Esistono anche piani di concimazione basati interamente sull’utilizzo di concimi liquidi (come la fertirrigazione) che prevedono una somministrazione continua a basso dosaggio e alta frequenza (spoon feeding).

Le proprietà dei vari elementi

Ciascun elemento svolge la propria funzione nell’attività delle piante, e alcuni sono necessari in quantità maggiori rispetto ad altri. Gli elementi presenti nei concimi vengono distinti in macroelementi (quelli di cui le piante necessitano maggiormente, e di conseguenza presenti in quantità maggiori nei concimi) e mesoelementi e microelementi, presenti in piccolissime percentuali.

I principali macroelementi sono tre, azoto (N), fosforo (P) e potassio (K):

  • azoto (N): elemento più importante, che ha particolore rilevanza nell’attività fotosintetica e nella formazione, crescita e rigenerazione delle piante.
    I suoi eccessi nel terreno possono essere dannosi tanto quanto le carenze (soprattutto per quanto riguardo lo sviluppo di patologie fungine).
    Può essere presente in forma pronto effetto (azoto ureico, ammoniacale, nitrico, ecc.) o in forma a rilascio controllato;
  • fosforo (P): è il terzo elemento in ordine di importanza, indispensabile per la fioritura, per la germinazione e la formazione iniziale delle radici.
    Non è presente in forma pura, ma solamente sottoforma di anidride fosforica.
    I cosidetti concimi starter utilizzati durante le semine presentano elevate concentrazioni di questo elemento: attenzione però, perché oltre ad aiutare il nuovo seme, aiuteranno anche quello delle malerbe, quindi è preferibile evitare questo tipo di concimi nei mesi di massima vegetazione delle piante infestanti.
    Per superare questo problema ed evitare che il P favorisca la germinazione delle infestanti, unitamente alla difficoltà che le radici trovano nell’assimilarlo quando si trova nel terreno (risentendo molto di alcuni parametri, in alcune situazioni risulta poco assimilabile anche se presente) è preferibile distribuirlo per via fogliare;
  • potassio (K): secondo elemento per importanza, è responsabile dello sviluppo radicale. Aumenta il turgore delle foglie, regola la traspirazione, aiuta l’assorbimento dell’acqua da parte della pianta e la rende più resistente agli stress termici (climi molto freddi o molto caldi).
    A differenza dell’azoto, nel caso del potassio non ci sono particolari problemi legati ad una sua presenza eccessiva (è comunque sempre importante seguire le dosi indicate dal produttore).
    Solitamente non è presente in forma pura, ma si trova sottoforma di solfato di potassio, ossido di potassio o cloruro di potassio.elementi concimi

Per quanto riguarda mesoelementi e microelementi, invece, possiamo citare rame (Cu), zinco (Zn), manganese (Mn), magnesio (Mg), calcio (Ca) e tanti altri, anche se il più noto è probabilmente il ferro (Fe), rinverdente per eccellenza che ha anche notevoli proprietà antimuschio (guida completa su come eliminare il muschio).

Pur essendo necessari in quantità inferiori rispetto a quelle dei macroelementi, tutti questi elementi secondari risultano comunque necessari, ed è importantissimo che non manchino mai. In caso contrario, la carenza di anche uno solo di essi potrà influenzare negativamente lo sviluppo di una pianta sana e forte (legge del minimo di Liebig).

I concimi NPK

I concimi più diffusi sono i cosidetti NPK, e contengono principalmente i macroelementi sopracitati con l’eventuale aggiunta di qualche microelemento.
Ciascun prodotto si differenzia in base al tenore di ogni singolo elemento (detto titolo), solitamente dichiarato sottoforma di percentuale sulla confezione: un concime NPK con titolo 4-1-3 contiene, ogni 100 Kg, 4 Kg di azoto, 1 Kg di fosforo e 3 Kg di potassio.

Il titolo è un parametro molto importante di cui tenere conto, perché non dà solamente un’informazione su quanto sia concentrato il prodotto, ma fornisce anche un’utile indicazione sul rapporto fra i gli elementi presenti (cioè la proporzione che c’è tra i tre numeri): ad esempio, in un concime primaverile per prato, il rapporto sarà molto più a favore di N rispetto a P e K, mentre in un concime da semina la presenza di P sarà più elevata.

Conclusioni

Come è facile intuire tutti gli elementi sono importanti e devono essere presenti in concomitanza, ma è altrettanto importante che lo siano nelle quantità giuste e nel momento adatto: anche l’eccesso, tanto quanto la carenza, può causare danni molto gravi al prato.

Prima di utilizzare i concimi è quindi fondamentale sapere di quali elementi ha bisogno la coltura nel preciso momento in cui siamo intenzionati a somministrarli, e in che quantità.

Per quanto riguarda il prato, potete consultare il calendario annuale delle concimazioni adatto alla maggior parte dei giardini e dei climi italiani.

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