Come ormai in ogni altro settore, anche nei sistemi di gestione di irrigazione è arrivato prepotentemente internet, e anche in questo caso le connessioni in grado di trasferire istantaneamente pacchetti di informazioni da un capo all’altro del mondo hanno rivoluzionato il mercato.
Vediamo quali possibilità ci aprono questi nuovi sistemi smart!
La gestione remota degli impianti di irrigazione
Per gestione remota si intende la possibilità di accedere a distanza a tutte le funzioni di una centralina, solitamente mediante una connessione Wi-Fi o Bluetooth.
Le differenze tra i due tipi di connessione sono sostanziali: mentre la connessione Bluetooth, a fronte di un costo di acquisto relativamente più basso, permette una connessione diretta tra centralina e device fortemente limitata da una distanza massima (generalmente intorno ai 10 metri), con la connessione Wi-Fi, grazie a un router che si interpone tra device e centralina, non si pongono limiti di distanza.
L’aspetto più interessante di cui tener conto è che queste connessioni, indipendentemente dalla tipologia, consentono comunicazioni bidirezionali: io posso comunicare con la centralina, ma allo stesso tempo la centralina può comunicare con me!
In particolare, grazie alla tecnologia Wi-Fi si aprono tantissime possibilità. Eccone alcune:
- interventi del manutentore o modifiche dei programmi di irrigazione da remoto, mediante app o web;
- comunicazione e integrazione con i sistemi domotici odierni (Alexa, Google Home, Homekit, ecc.) e con sensori o stazioni meteo esterne;
- monitoraggio in tempo reale della portata dell’impianto (nel caso in cui sia integrato un apposito contatore);
- aggiornamenti del sistema OTA (Over The Air), grazie alla connessione internet locale;
- ricezione di notifiche e allarmi sui device personali;
- e tanto altro ancora…
Le nuove centraline domotiche smart
Oltre a tutte le sopraccitate e utilissime funzioni che permettono di gestire le centraline a distanza, da qualsiasi parte del mondo ci si trovi, riservo un discorso a parte per la possibilità di sincronizzare il proprio impianto con previsioni, bollettini meteo e/o centraline locali private e pubbliche (ad esempio aggiungendo il CAP della propria abitazione nel sistema).
In questo modo la centralina stessa, sulla base dei dati acquisiti, diventa in grado di modificare autonomamente la programmazione: ad esempio, sarà in grado di sapere se pioverà, basandosi sulle previsioni meteo (irrigazione predittiva), ma anche se poi avrà effettivamente piovuto (e nel caso anche quanti mm, affidandosi alle rilevazioni di pluviometri e stazioni meteo), e sulla base dei dati recepiti modificare i tempi di irrigazione della giornata (fino ad annullarli completamente), così da fornire al prato la giusta quantità di acqua, senza sprechi e coprendo il fabbisogno idrico ideale impostato dall’utente.
Non si tratta quindi di un semplice intervento “ON/OFF” che si limita ad accendere o spegnere l’impianto, ma si parla di un vero e proprio sistema intelligente in grado calibrare l’irrigazione ad hoc sulla base dei diversi input ricevuti (sia che si tratti di dati predittivi, sia che siano rilevazioni effettuate localmente da sensori interni o esterni all’impianto domestico).
Certo, i bollettini meteo di stazioni terze possono non essere precisissimi, specialmente nel caso di temporali estivi: dove la stazione meteo effetua la rilevazione può aver piovuto copiosamente, mentre nel giardino in cui è collocato l’impianto di irrigazione, anche ad un solo km di distanza, può non essere scesa nemmeno una goccia.
Il problema può essere però facilmente bypassato dotando l’impianto di centraline meteo o sensori locali (ad esempio uno o più sensori di pioggia, cablati, Bluetooth o Wi-Fi, posizionati nel giardino): le rilevazioni saranno così sempre puntuali e precise, essendo effettuate “in loco”, anche se gli elevati costi di acquisto e manutenzione rendono questa soluzione più adatta per usi estramente professionali.
Affidarsi alle rilevazioni di sensori di terze parti (come le stazioni ARPA o, in alcuni sistemi, le stazioni meteo di altri utenti che mettono i propri dati a disposizione della community) invece, a patto di un’accuratezza inferiore, può essere il giusto compromesso in grado di abbattere notevolemente i costi e rendere la tecnologia più fruibile anche per le applicazioni domestiche.
Indipendentemente dalla fonte dei dati meteo e dalla connessione alla rete internet, alcune moderne centraline possono poi essere programmate in funzione di tantissimi altri parametri, quali zona geografica (per identificare il clima), tipo di terreno (sabbioso, argilloso, medio impasto, ecc.), pendenze (in modo da tenere conto dello scorrimento dell’acqua), tipo di coltura, fattori correttivi, tipologia di irrigatori per ogni zona, percentuale stagionale, e tanti altri ancora.
Questo aspetto di autogestione può passare in secondo piano, ma è a mio avviso quello più interessante e affascinante, in grado di rendere le moderne centraline dei veri e propri sistemi intelligenti e autonomi, capaci di compiere scelte (fortunatamente sempre basate sulle istruzioni da noi fornite… non c’è ancora il rischio che le centraline di irrigazione si ribellino!).
Le soluzioni disponibili sul mercato
Esistono già numerosissime soluzioni del genere sul mercato, sia per quanto riguarda le centraline domotiche dotate di scheda di rete, sia riguardo le chiavette Wi-Fi in grado di implementare le centraline tradizionali, permettendo di connetterle alle rete internet domestica (ovviamente si parla di centraline predisposte a tali funzioni).
In alcuni casi tutte le informazioni riguardanti la programmazione della centralina non saranno contenute all’interno di essa, ma saranno nel cloud, conservate in server che possono essere dell’azienda produttrice (in questo caso i dati contenuti saranno di proprietà dell’azienda) o dedicati al cliente (in quest’altro caso i dati saranno di sua proprietà), soluzione più costosta e generalmente utilizzata dalle amministrazioni pubbliche per questioni di sicurezza informatica.
Conclusoni
Il famoso “internet delle cose” (per gli amanti degli inglesismi, IoT, Internet of Things) è ormai ovunuqe, nella quasi totalità degli elettrodomestici e delle centraline domestiche.
Alcune persone non vedono di buon occhio queste nuove tecnologie e ne criticano la scarsa utilità, e per alcune applicazioni è difficile dargli torto. Nel campo degli impianti di irrigazione, però, questa connessione tra device può rappresentare un’utilissima risorsa in grado di ottimizzare i sistemi, massimizzando i risultati (tra tutti, la resa estetica del prato) e riducendo gli sprechi idrici!
Siete pronti per questo nuovo modo di irrigare? Fatemelo sapere qui sotto con un commento!
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