La Moringa è nota per essere una tra le piante più resistenti alla siccità del mondo, tanto da essere tra le poche fonti di sostentamento disponibili durante la stagione secca per alcune delle popolazioni che abitano le aree più inospitali del pianeta.

La fascia climatica di cui fa parte la nostra penisola è molto diversa da quella tropicale/subtropicale di origine della pianta, per cui una delle domande principali che si pone chi inizia a coltivare la Moringa in Italia, oltre a quella sulle temperature minime, riguarda proprio la gestione delle irrigazioni.

Vediamo insieme quanto irrigare la Moringa e tutti gli accorgimenti da adottare per annaffiarla e coltivarla con successo.

L’irrigazione della Moringa oleifera

Nelle zone equatoriali e tropicali la Moringa cresce senza difficoltà con precipitazioni annuali comprese tra i 250 e i 1500/2000 mm (vale a dire tra i 250 e i 1500/2000 L/mq annui), preferibilmente concentrate in una o due stagioni e non distribuite durante l’intero arco dell’anno (seppur riesca ad adattarsi bene anche alle piogge più frequenti della fascia equatoriale).

La prima cosa importante da sottolineare è che la Moringa, sebbene sia molto resistente alle carenze idriche, in caso di periodi siccitosi particolarmente lunghi e caldi tende ad andare in dormienza vegetativa, arrestando la produzione di foglie, fiori e baccelli. Per questo motivo, se l’obiettivo primario della sua coltivazione è quello produttivo, le annaffiature costanti diventano fondamentali.

Quanto irrigare la Moringa oleifera

L‘irrigazione della Moringa in Italia va differenziata in base a diversi fattori, come età delle piante, stagione o metodo di coltivazione.
Principalmente, si possono fare le seguenti distinzioni:

– Irrigazione in fase di semina e primi mesi di crescita

Proprio come per qualsiasi altra pianta, anche durante la semina della Moringa è necessario mantenere il terreno costantemente umido (ma non bagnato) per stimolare la germinazione dei semi.

Questa regola vale anche per i primi mesi di vita delle piantine, affinché abbiano il tempo necessario per formare il caratteristico fittone radicale responsabile dell’eccezionale resistenza alla siccità.

Secondo alcuni coltivatori, i primi mesi di vita delle piantine di Moringa sono in grado di condizionare in minima parte le proprietà che avrà la pianta da adulta, in particolare per quanto riguarda la resisitenza agli stress idrici: abituare fin da subito le piante a non godere di annaffiature abbondanti può incrementare sensibilmente la loro resistenza alla siccità una volta mature.

Il pericolo più grande durante i primi mesi di vita sono i ristagni idrici, dannosi per le piante mature ma ancora di più per le piante giovani che non hanno ancora fusto e colletto lignificati.

– Irrigazione delle talee di Moringa

Per quanto riguarda le talee di Moringa, valgono le stesse regole generalmente valide per la propagazione tramite talea di qualsiasi pianta: mantenete il suolo costantemente umido (ma non bagnato) per i primi mesi, fino a quando le talee non avranno radicato e formato il fittone.

– Irrigazione della Moringa in vaso

La regola generale secondo la quale le piante coltivate in vaso sono generalmente più bisognose di acqua rispetto a quelle coltivate in piena terra vale anche per la Moringa: questo perché la radice fittonante sarà molto meno sviluppata in profondità e perché, in caso di bisogno, non avrà la possibilità di cercare e procurarsi autonomamente l’acqua presente nelle prodonfità del suolo.

Le piante di Moringa coltivate in vaso vanno quindi innaffiate più frequentemente rispetto a quelle coltivate in piena terra, specialmente durante l’estate: tre o quattro irrigazioni settimanali possono bastare, anche se, in caso di temperature particolarmente elevate e substrati molto drenanti, per assicurarsi una produzione fogliare costante si potrebbe arrivare a dover irrigare anche quotidianamente.
Per un raccolto rigoglioso e senza ingiallimenti, annaffiate ogni volta che i primi centimetri di terreno risultano asciutti al tatto.

– Irrigazione della Moringa in inverno

Nelle zone in cui viene maggiormente coltivata, la Moringa affronta annualmente due stagioni: quella piovosa, in cui cresce rigogliosa, e quella secca, che in alcuni casi estremi (come quelli che si verificano in alcune zone del continente africano) può indurla a entrare in riposo vegetativo in attesa di condizioni più favorevoli.

Nella coltivazione della Moringa oleifera in Italia le condizioni climatiche sono estremamente diverse, e inoltre entrano in gioco anche le temperature invernali non sufficientemente elevate.
Possiamo quindi distinguere una stagione calda, ideale per l’attività vegetativa, e una stagione fredda, durante la quale la pianta va in riposo vegetativo a causa delle temperature troppo basse.

Tenendo conto del fabbisogno idrico estivo (necessario soprattutto per una produzione fogliare rigogliosa), si può simulare l’alternanza tra stagione delle piogge e stagione secca differenziando una stagione umida, l’estate, e una stagione secca, l’inverno.

Durante l’inverno quindi le irrigazioni vanno ridotte al minimo, per evitare pericolosi ristangi idrici che in questo periodo dell’anno sarebbero ancora più dannosi, dal momento che la pianta non sarebbe in grado di contrastarli attraverso la traspirazione fogliare (non avendo le foglie perché in riposo vegetativo), con il rischio che si sviluppino marciumi radicali che possono essere anche letali.

I miei amici di Moringa Salento interrompono totalmente qualsiasi apporto di acqua durante l’inverno, che si tratti di irrigazioni o di precipitazioni piovane, e sono sicuro che, se gli anni di esperienza li hanno portati a questa scelta, tale tecnica sia vincente per le piante coltivate in piena terra.

Se invece coltivate le piante in vaso e durante l’inverno le spostate in un luogo riparato (come ho spiegato nella guida sulla preparazione della Moringa all’inverno), il mio consiglio (che nasce dalla mia esperienza) è invece quello di non interrompere completamente le irrigazioni e innaffiare leggermente il terreno ogni 7-15 giorni, principalmente per due motivi:

  • la stagione di riposo vegetativo invernale, a differenza delle regioni più meridionali in cui dura soltanto 3-4 mesi, nelle regioni centrali e settentrionali è molto più lunga, e può arrivare anche a 7 mesi;
  • mentre la pianta coltivata in piena terra, in caso di bisogno, può “arrangiarsi” e trovare tracce di acqua nelle profondità del terreno, quella coltivata in vaso è totalmente dipendente dalle nostre irrigazioni.

Se il substrato è drenante, l’acqua in eccesso uscirà dai fori sottostanti e il terriccio rimarrà leggermente umido, abbastanza per non essere eccessivamente secco ma non abbastanza da poter causare marciumi radicali.

Conclusioni

Irrigare correttamente la Moringa oleifera è uno degli aspetti fondamentali per la sua coltivazione, anche se spesso viene data molta più importanza alla questione sulle temperature minime invernali.

Le gestione delle irrigazioni della Moringa è tutto sommato semplice, soprattutto se il substrato in cui si trova è molto drenante, ma nel caso sorga qualche dubbio basta ricordarsi della sua straordinaria resistenza alla siccità e della scarsa tolleranza ai ristagni idrici: meglio innaffiare una volta di meno, piuttosto che una di troppo!

Se avete qualche domanda riguardo la Moringa oleifera e la sua coltivazione in Italia, commentate qui sotto o visitate qui la sezione del blog dedicata.
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