Uno degli eventi più interessanti della prima edizione di Cosmogarden è stato sicuramente quello tenuto da Mario Chesini, floricoltore che da anni si occupa dello studio delle piante e delle loro proprietà filtranti nei confronti dell’aria.

L’inquinamento degli ambienti interni

L’incontro inizia con la presentazione di un problema a molti sconosciuto: l’inquinamento dell’aria negli ambienti interni che ogni giorno viviamo.

Sì perché, mentre oggi si dà sempre più importanza e riscontro mediatico all’inquinamento atmosferico, ancora troppo poco si dice sui problemi che possono interessare gli ambienti chiusi, comprese le case e gli uffici in cui passiamo la maggior parte delle nostre giornate.

Il signor Chesini cita alcune statistiche secondo le quali l’inquinamento interno degli edifici si attesterebbe tra le 10 e le 100 volte più elevato rispetto a quello presente all’esterno.
Questo perché, alla stessa aria proveniente da fuori, si addizionano altre sostanze biologiche, fisiche e chimiche, tra le quali alcune prodotte dalle nostre funzioni vitali (in questo caso si parla di bioeffluenti) mentre altre dagli strumenti e dagli oggetti presenti (mobili, elettrodomestici, detersivi, ecc.).

La lista dei possibili composti volatili dannosi (anche detti VOC) è lunga: tricloroetilene, benzene, ammoniaca, xilene, toluene e chi più ne ha più ne metta… gran parte dei quali tossici, nocivi, irritanti e cancerogeni.
Da sottolineare particolarmente due sostanze solitamente molto presenti: la notissima anidride carbonica, sulla quale siamo tutti esperti (ormai “ci fanno una testa così” da anni), e la meno conosciuta formaldeide, spesso concentrata nelle camere da letto e rilasciata dalle colle e dalle vernici utilizzate nei mobili.

La definizione di norme per il risparmio energetico e la diffusione di edifici “a prova di spiffero” hanno inoltre portato ad ambienti sempre meno traspiranti, performanti dal punto di vista di abbattimento degli sprechi, ma molto problematici per quanto riguarda il ricambio d’aria interno e l’accumulo di sostanze pericolose (senza nemmeno entrare nel merito di tutti i problemi annessi ai filtri degli impianti di ventilazione meccanica controllata, che senza la giusta manutenzione diventano in alcuni casi addirittura controproducenti).

Complice questo nuovo trend costruttivo, l’aumento di sintomatologie quali cefalee, affaticamento, nausea, ecc. in determinate fasce della popolazione ha ispirato a partire dagli anni ’70 la conduzione di diversi studi sulla correlazione tra luogo di lavoro e sintomi, portando alla definizione della SBS (Sick Building Syndrome, sindrome dell’edificio malato).

Possiamo quindi affermare che quello dell’inquinamento interno degli ambienti sia un problema appurato che alcune nazioni affrontano da anni, come negli USA, in cui è definito ormai da decenni lo standard IAQ (Indoor Air Quality), che definisce la quantità di anidride carbonica accettabile all’interno di un edificio.
L’Italia invece, come spesso accade, arriva un po’ tardi… ma niente paura, le piante possono aiutarci anche questa volta!

Sansevieria, nota pianta purificante

La fedele Sansevieria che veglia su camera mia

Le piante che purificano l’aria

La respirazione cellulare delle piante l’abbiamo studiata un po’ tutti, fin da piccoli: “le piante consumano anidride carbonica e rilasciano ossigeno, esattamente al contrario di noi esseri umani”.
Ma forse la cosa è un po’ più complessa di come ce la raccontavano.

Come esposto da Chesini, durante le loro normali attività fisiologiche le piante sono in grado di purificare l’aria che le circonda, assorbendola attraverso gli stomi e rilasciando poi aria “pulita”.

Affascinato da questo nuovo punto di vista, e motivato anche dagli esperimenti condotti dalla NASA a partire dagli anni ottanta, finalizzati a trovare delle piante in grado di purificare l’aria nelle stazioni spaziali, il floricoltore ha iniziato a sperimentare personalmente l’efficacia di diverse specie sulle varie forme di inquinanti.

Oltre ai composti chimici volatili già citati, gli esperimenti condotti hanno riscontrato buonissimi risultati anche per quanto riguarda l’abbattimento di alcuni inquinanti fisici, come le polveri sottili, che vengono portate al suolo dagli ioni negativi rilasciati dalle piante (riducendo così la possibilità che vengano respirate, un po’ come succede quando il livello di PM10 nelle città si riduce drasticamente dopo la pioggia).

Un altro aspetto interessante sperimentato e verificato empiricamente dall’esperto riguarda l’influenza dell’umidità relativa sull’attività delle piante: nebulizzare spesso le foglie stimola la respirazione, aumentando di conseguenza il volume di aria filtrata.

Quali piante scegliere

Naturalmente alcune piante sono più adatte allo scopo rispetto ad altre: alcune hanno elevate capacità purificanti, altre minori, mentre altre ancora filtrano soltanto alcune sostanze specifiche.

Esistono tantissime specie utili allo scopo, ed è di conforto sapere che molte di queste sono diffuse in Italia e si adattano molto bene anche alla vita da interno. Vediamone qualcuna:

  • la Sansevieria (o Sanseveria), nelle sue varie forme (la più diffusa è quella trifasciata, detta anche lingua di suocera), molto diffusa oggi anche come elemento di design (adatta in camera da letto);
  • il Clorofito, capace di assorbire formaldeide e la quasi totalità del monossido di carbonio (adatto a cucine e salotti);
  • il Croton, pianta decorativa in grado di assorbire particolarmente aldeidi e monossido di carbonio (adatto in cucina, camera da letto e salotto);
  • lo Spatifillo, efficace contro gli idrocarburi e i composti volatili;
  • l’Areca, una delle essenze migliori per contrastare l’inquinamento domestico. Riesce a rimuovere xilene, toluene, polveri e spore.
    Croton purifica aria

    Il Croton e le sue foglie suggestive

Conclusioni

Il discorso fatto non vale solamente per gli ambienti domestici, ma anche per quelli lavorativi e scolastici. Inoltre, in concomitanza alla questione sulla salute, da alcune sperimentazioni risulta che nei luoghi di lavoro in cui siano stati effettuati interventi in termini di miglioramento di qualità dell’aria, la resa lavorativa e scolastica sia aumentata fino al 20%!

A quanto pare le piante non smettono mai di stupirci… chi l’avrebbe mai pensato che sarebbero potute essere più di un semplice oggetto decorativo per le nostre case!

Ovviamente, come ci tiene a sottolineare Chesini a fine incontro, le piante sono un valido alleato, ma non bisogna affidarsi solamente a loro (specialmente considerando che la superficie fogliare nelle case non è poi così elevata, a meno che non abbiate ricreato la foresta amazzonica in camera da letto): è importante non dimenticarsi di alcune buone abitudini come quella di areare gli ambienti, aprendo le finestre possibilmente sia al mattino che alla sera.

Un altro importante aiuto per integrare il lavoro svolto delle piante può arrivare dai moderni purificatori dell’aria, dispositivi progettati appositamente per filtrare alcune specifiche sostante presenti negli ambienti (qui potete vedere alcuni dei vari modelli in commercio, con le relative caratteristiche e fasce di prezzo).

E voi avete qualche pianta da interno a cui magari siete particolarmente affezionati? Sapevate di questo importante compito che svolge silenziosamente per voi? Commentate qui sotto e dite la vostra!

Se siete interessati alle piante da interno, qui potete trovare l’articolo dedicato alla loro cura e ai principali problemi da evitare.
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