Terzo appuntamento con la rubrica annuale che si occupa di analizzare i costi di gestione e manutenzione di un giardino residenziale: ecco come è andato il 2019.
- Bilancio annuale delle spese per il giardino nel 2019
- Piano di concimazione annuale 2019
- Analisi dei risultati e obiettivi per il 2020
- Conclusioni
Bilancio annuale delle spese per il giardino nel 2019
Per il terzo anno consecutivo mi sono occupato personalmente dell’intera gestione del giardino di casa (con l’eccezione delle operazioni di potatura delle piante più alte, che richiedono attrezzature e tecniche professionali).
Nel corso dei mesi ho annotato man mano gli interventi fatti e i costi sostenuti, riuscendo così a stilare un riepilogo finale dettagliato e preciso.
Nel 2019 le spese sostenute per la manutenzione di 250 mq di giardino, escludendo quelle per l’acqua di irrigazione, sono state di circa 340 euro (vale a dire 140 euro per ogni 100 mq).
Due precisazioni da fare:
- ho effettuato la concimazione azotata di inizio anno leggermente in anticipo, complici le temperature particolarmente miti già dal mese di Febbraio e, per lo stesso motivo, ho anticipato di qualche settimana anche la trasemina;
- ho programmato solamente un trattamento antigerminello, nel mese di Maggio (a differenza dei due annuali che ero solito fare), perché nei restanti mesi dell’anno ho voluto provare a contrastare lo sviluppo di infestanti solamente tramite alcune pratiche agronomiche (principalmente taglio alto e irrigazioni abbondanti e infrequenti).
Piano di concimazione annuale 2019
Per rendere ancora più dettagliata l’analisi, da quest’anno ho deciso di includere anche l’intero programma di concimazione annuale del tappeto erboso, suddiviso per ogni intervento, con rispettivi titoli e dosi.

Piano di concimazione annuale per il giardino nel 2019
L’azoto (N) fornito al prato nel corso dell’anno è stato di quasi 25 g/mq (in linea con i valori guida che oscillano tra i 20 e i 30 g/mq in base alla varietà di erba presente): il dato potrebbe sembrare leggermente elevato, ma va sottolineato che, essendo il prato a base di Loietti e Poa pratensis, i valori necessari risultano essere leggermente più elevati rispetto a quelli richiesti in caso di dominanza di Festuca arundinacea (in quel caso le dosi possono abbassarsi fino a 15-20 g/mq annui); all’estremo opposto, spostarsi oltre i 30 g/mq annui di azoto su prati non eccessivamente sottoposti a usura (come possono esserlo invece i campi sportivi) potrebbe diventare rischioso e favorire eccessivamente infestanti come poa annua e poa trivialis (un conto è alzare leggermente le dosi per “farsele amiche” ed evitare che nei mesi più torridi muoiano, lasciando spazi vuoti nel terreno, un altro è aiutarle a colonizzare l’intero manto erboso).
Per quanto riguarda invece l’apporto di potassio (K), se il valore annuale assoluto è stato buono, non posso dire lo stesso per i periodi di somministrazione: mentre per la concimazione invernale può infatti andare bene il concime con titolo 13-5-20, per quella estiva sarebbe stato meglio utilizzare un prodotto ancora più ricco di potassio e carente di azoto (in rapporto ideale circa di 3 a 1, ad esempio un 10-0-30).
Per ovviare al problema del titolo non proprio ottimale che avrebbe apportato meno K di quello necessario per la stagione, ho alzato leggermente le dosi, superando quelle massime consigliate dal produttore. Questo accorgimento è stato molto rischioso e avrebbe potuto portare diversi problemi, tra i quali:
- maggiore rischio di bruciature dovute all’eccesso di azoto pronto-effetto;
- conseguente aumento della dose di N somministrato nel periodo estivo, durante il quale è sconsigliabile incentivare la spinta vegetativa del prato.
Fortunamente non ho riscontrato problemi, probabilmente anche perché, trattandosi di un prodotto a rilascio controllato e con medio-basso tenore di N, la quantità esigua di azoto pronto effetto (principale responsabile delle bruciature da sovradosaggio) mi ha permesso di rimanere comunque sotto le soglie limite.
Inoltre, avendo anticipato leggermente la deposizione a metà/fine Maggio, buona parte dell’azoto “di troppo” è stata comunque consumata prima dell’arrivo del caldo torrido, evitando così di indurre la pianta a concentrarsi sulla crescita fogliare a discapito quella radicale.
Ad ogni modo, “DON’T TRY THIS AT HOME”! Appurato il fatto che il prodotto e le dosi utilizzate per la concimazione estiva non fossero proprio ottimali, io stesso in futuro cercherò di utilizzare concimi più adatti che mi evitino di dover azzardare dosi eccessive per compensare l’inadeguatezza del titolo.
Il rapporto N-P-K è stato circa di 2:1:2. Tenendo conto che nella gestione ordinaria del tappeto erboso i valori consigliati sono intorno a 4:1:2 o 3:1:2, e fissati i 25 g/mq di azoto, un rapporto come il mio risulta già improntato verso una gestione integrata (valori di riferimento intorno a 3:1:3 o 3:1:4), anche se ci sarebbe da alzare ulteriormente le dosi di K e abbassare quelle di P, in modo da non favorire eccessivamente lo sviluppo delle erbe infestanti.
I più attenti si saranno accorti che dal conteggio mancano le due concimazioni fogliari estive, ma non è un errore.
Le concimazioni fogliari, infatti, sono solitamente molto blande nel dosaggio (i loro punti di forza sono l’uniformità di distribuzione e la velocità di assimilazione), a tal punto che l’apporto di nutrienti risulta trascurabile.
Per dimostrarvelo, faccio comunque il calcolo sulle due concimazioni fogliari che ho effettuato utilizzando un fosfito di potassio con titolo 0-30-20 e densità di 1,4 kg/L, in dose di circa 50 mL ogni 100 mq: 0,5 mL per mq corrispondono a 0,7 g di prodotto per mq, per cui a ogni singola irrorazione sono stati forniti 0,21 g di P e 0,14 di K… valori assolutamente trascurabili finché il numero dei trattamenti è ridotto.
I concimi fogliari sono quindi da considerarsi più che altro come biostimolanti, o comunque prodotti forniti in periodi di particolare stress o carenza nutritiva del suolo, in momenti in cui non è possibile effettuare le tradizionali concimazioni granulari (ad esempio in piena estate).
Diverso è invece se il vostro intero programma si basa su numerose e frequenti concimazioni fogliari o costante fertirrigazione (il cosiddetto spoon feeding), con il vero e proprio scopo di fornire nutrienti al prato: in questo caso diventa fondamentale includere nel calcolo annuale anche questo tipo di concimazioni.
Analisi dei risultati e obiettivi per il 2020
Questo 2019 ha seguito il trend impostato negli anni precedenti: l’aspetto del prato è rimasto soddisfacente per l’intero arco dell’anno (seppur con gli inevitabili cali nei mesi più stressanti), le malattie (complici gli interventi preventivi con concimi adatti e microrganismi antagonisti) sono state tenute sotto controllo (laddove sono insorte, sono rimaste circoscritte senza riuscire a diffondersi) e, soprattutto, i costi sono rimasti entro i limiti prefissati.
Proprio questo ultimo aspetto economico, qualche anno fa, all’inizio del mio cammino verso una manutenzione e gestione del prato sempre più autonoma e impeccabile, mi sarebbe sembrato un’assurdità, convinto del fatto che per avere un tappeto erboso perfetto l’unica via fosse quella di aumentare esponenzialmente spese e interventi: oggi mi ricredo, avendo davanti agli occhi la prova che, per un giardino sano e forte, bastano alcune buone pratiche agronomiche (come tagli e irrigazioni fatte nel modo giusto, che non incidono minimamente sui costi) e pochi prodotti (che non sono necessariamente i più costosi) utilizzati nel modo giusto.

Aprile 2019

Ottobre 2019
Quali sono gli obiettivi per il 2020?
- mantenere il budget annuale intorno ai 150 euro per 100 mq di prato;
- abolire totalmente l’utilizzo di fungicidi e diserbanti (ad eccezione di qualche intervento localizzato con diserbante selettivo, solo in casi di emergenza), sfruttando maggiormente alcune utili pratiche agronomiche;
- convogliare il tempo e i soldi risparmiati non distribuendo più diserbanti e fungicidi in maggiori concimazioni fogliari e biostimolazioni (aiutandomi con un impianto di fertirrigazione, se riesco);
- ampliare la varietà di microrganismi utilizzati, affiancando al trichoderma anche micorrize e batteri (tipo Bacillus subtilis);
- integrare la concimazione minerale con prodotti organici, che attualmente utilizzo ancora troppo poco (mi limito solamente alla distribuzione di terriccio ammendante in fase di trasemina), e spostare il rapporto N-P-K ancora più verso i valori adatti a una gestione integrata del tappeto erboso (3:1:3 o 3:1:4), aumentando le dosi di potassio e riducendo quelle di fosforo (che possono favorire eccessivamente la propagazione di erbe infestanti come Poa annua e Poa trivialis).
Conclusioni
Quest’analisi sulle spese annuali per la cura del giardino e del prato è un esempio concreto dell’utilità che può avere l’abitudine di tenere un archivio dati di spese e consumi (come detto in questo articolo), di fondamentale importanza per una gestione di casa efficiente che permetta anche di porsi degli obiettivi per gli anni successivi.
Link agli articoli degli anni precedenti:
Link agli articoli degli anni successivi:
- Costi manutenzione del giardino 2020
- Costi manutenzione del giardino 2021
- Costi manutenzione del giardino 2022
Chi tra voi si occupa del proprio giardino? Quanto spendete ogni anno per la sua manutenzione? Seguite programmi simili al mio o percorrete strade completamente differenti? I risultati vi soddisfano? Fatemi sapere qui sotto con un commento.
Buona sera,
ho trovato molto interessante quanto scrittto nel suo articolo.
Vista la sua esperienza, cosa ne pensa dei robot che provvedono al taglio dell’erba nel proprio giardino ?
Secondo lei pffrono un buon servizio ?
Sto valutando l’acquisto di un appartamento con giardino e non avendo esperienza e non molto tempo per accudirlo, mi chiedevo se il taglio dell’erba, che mi pare sia l’operazione più frequente durante l’anno, possa essere veramente affidata ai robot che ho visto in commercio.
Sarebbe così gentile anche da darmi un’idea dei costi di consumo di acqua in un anno ?
Grazie in anticipo.
E.Mortillaro
Buonasera Emanuela, i robot rasaerba possono essere molto utili, ma ci sono dei punti fondamentali da rispettare:
– affidarsi a prodotti di qualità;
– strutturare adeguatamente il giardino per renderlo 100% autonomo dal punto di vista sfalci, ad esempio predisponendo sul perimetro e intorno ad aiuole e ostacoli delle bordature mattonate a livello del terreno, in modo da consentire al robot di percorrerle e tagliare efficientemente anche i bordi (cosa che altrimenti andrebbe effettuata regolarmente da una persona);
– non lasciare che operi se non strettamente necessario (in inverno, ma anche in piena estate, quando l’erba rallenta la propria crescita e i passaggi quotidiani diventano inutili se non addirittura dannosi);
– osservare comunque con regolarità il prato, per identificare preventivamente problemi come infestati e malattie che, se non arginati, potrebbero trovare nel robot raserba un grandissimo alleato.
Facendo attenzione a queste cose, e consapevoli di alcuni eventuali “contro” (tra cui il problema della propagazione di infestanti, se non controllate), ci sono però alcuni “pro” a favore dei robot, oltre all’ovvio risparmio di tempo, come il taglio costante (che risulta meno stressante per il prato) e il risparmio idrico e di concimazioni dovuto alla tipologia di taglio mulching.
Per quanto riguarda i costi dell’irrigazione, purtroppo entrano in gioco troppi fattori determinanti (tralasciando il fatto che le tariffe sul costo dell’acqua possono variare in base al comune di residenza), come specie presenti (c’è molta differenza tra microterme e macroterme, ma anche tra le varie microterme stesse), zona geografica (il clima della zona in cui vive), l’esposizione del prato, il tipo di terreno (terreni sabbiosi molto drenanti richiedono molta più acqua), eventuali pendenze, eccetera.
Le linee guida generali, in piena estate (nel periodo quindi di massimo fabbisogno), solitamente parlano di 5 mm di acqua quotidiani per un prato in microterme nelle regioni settentrionali, che possono arrivare fino a 10 mm nelle regioni più meridionali.
Prendendo come esempio i 5 mm quotidiani, c’è quindi bisogno di 5 litri per ogni mq di prato: moltiplicando il valore per un ipotetico giardino di 100 mq, si ottiene un totale di mezzo metro cubo di acqua quotidiano.
Calcolare poi i giorni di irrigazione annui è piuttosto complesso, perché dipende molto dall’annata (un anno potrebbe essere particolarmente piovoso) e, anche in questo caso, dal clima della zona di residenza (la stagione irrigua da me, in Lombardia, è sicuramente più breve di quella siciliana); un valore medio abbastanza generale potrebbe essere quello di circa 100-120 giorni di irrigazione annui, e quindi circa 50-60 metri cubi di acqua totali (per 100 mq di prato).
Spero di aver risposto esasustivamente alle domande, e rimango a dispozione per ulteriori chiarimenti