Quanto costa mantenere un giardino? Questa domanda ce la siamo posta in tanti, ma la risposta risulta troppo spesso vaga.

Proprio per questo, per il quarto anno consecutivo, ho tenuto nota di tutti gli interventi e di tutte le spese affrontate durante il 2020 per la manutenzione del verde, così da trovarmi a fine stagione con un bilancio annuale indicativo su quanto possa essere oneroso mantenere un giardino residenziale composto da prato e piante.

Bilancio annuale delle spese per il giardino nel 2020

Prima di iniziare è necessario fare le consuete premesse: mi sono occupato interamente (e autonomamente) di ogni aspetto riguardante prato e piante; dal bilancio sottostante mancano solamente i costi sostenuti per la potatura delle piante più grandi (che, richiedendo attrezzature e competenze specifiche, preferisco delegare a professionisti) e quelli necessari per l’irrigazione (che possono variare molto in base a gestione, tipologia di piante presenti e tariffe locali).

In questo 2020, le spese sostenute per la manutenzione di 250 mq di giardino sono state intorno a 380 euro (vale a dire circa 150 euro per ogni 100 mq).

Costi per la manutenzione del giardino nel 2020

Gli interventi possono essere suddivisi in:

  • un intervento di arieggiatura e trasemina;
  • quattro interventi di concimazione granulare stagionale;
  • sette interventi di irrorazione liquida (riconducibili a dieci prodotti, tra biostimolazioni e apporto di microrganismi, sostanza organica, nutrienti, ecc.).

Piano di concimazione annuale 2020

Per completezza presento anche l’intero programma di concimazione annuale del tappeto erboso, suddiviso nei vari interventi e riportante titoli e dosi dei prodotti utilizzati:

Piano annuale concimazione prato 2020
Piano di concimazione annuale per il giardino nel 2020

Il quantitativo totale di azoto (N) è stato di circa 24 g/mq annui, in linea con i valori generalmente consigliati per un prato residenziale composto da microterme (valori che oscillano tra un minimo di 20 g/mq, su Festuca arundinacea, e un massimo di 30 g/mq, per non favorire troppo infestanti come Poa annua e Poa trivialis, salvo casi particolari come i campi a uso sportivo).

Evitando di utilizzare lo starter dopo la trasemina (rimpiazzato da una buona ammendatura in fase di preparazione del terreno e da concimazioni liquide nelle prime fasi di crescita dell’erba), quest’anno sono riuscito a diminuire la dose totale di fosforo (P), tenendola intorno ai 6 g/mq annui, leggermente al di sotto della soglia massima ideale (che si attesta attorno al 35% circa di quella dell’azoto).

La dose di potassio (K), invece, è stata ancora leggermente troppo bassa (circa 21 g/mq annui) se si considera che l’obiettivo è quello di arrivare a una gestione integrata del tappeto erboso, con un rapporto N-P-K che sia almeno di 3-1-3 (se non addirittura 3-1-4).

Le dosi totali sono quindi state corrette, anche se ancora non impeccabili, così come il rapporto N-P-K, che si è attestato attorno a 4-1-3,5 circa. Purtroppo però non si può dire la stessa cosa per le singole dosi parziali di ogni intervento.

Il problema, esattamente come per lo scorso anno, nasce dall’utilizzo estivo di un concime potassico non propriamente adatto per tale stagione: se, infatti, un titolo 13-15-20 può andare bene per la concimazione invernale, per quella estiva sarebbe preferibile optare per tenori più bassi di N e molto più alti di K (idealmente in rapporto di 1 a 3, ad esempio 10-0-30).
Per compensare al minor tenore di K, ho aumentato le dosi di impiego a 50 g/mq, ben oltre quelle massime consigliate dal produttore. Questa “mossa”, oltre al pericolo di bruciature da sovradosaggio (scongiurate da una distribuzione il più omogenea possibile e dall’alta percentuale di azoto a lenta cessione) e a quello di stimolare l’erba a sviluppare la parte area a discapito di quella radicale (rischio ridotto anticipando leggermente la distribuzione, così che buona parte dell’azoto a pronto effetto venisse consumata prima dell’arrivo del caldo), ha ovviamente influenzato tutte le altre concimazioni stagionali, che sono state modificate di conseguenza.

Lo scorso anno mi ero ripromesso di utilizzare per le future concimazioni estive un prodotto più adatto, ma purtroppo questo 2020 anomalo, ostacolando (non poco) l’approvvigionamento dei prodotti, mi ha costretto ad arrangiami anche stavolta… che dire, sarà per l’anno prossimo!

Come sempre ho omesso dal bilancio le concimazioni liquide e fogliari, dal momento che, seppur molto più presenti in numero rispetto al passato, devono comunque essere viste più come biostimolazioni piuttosto che come vere e proprie concimazioni, essendo per loro natura molto blande nell’apporto di nutrienti (i loro punti di forza sono l’uniformità di distribuzione, la velocità di assimilazione e la possibilità di effettuarle anche in mesi durante i quali le classiche concimazioni granulari sono da evitare).
Escludetele quindi tranquillamente dal conteggio, a meno che il vostro intero piano annuale si basi su di esse (come nel caso dello spoon feeding).
Se il discorso non vi convince, potete trovare un veloce calcolo dimostrativo nell’articolo dell’anno scorso.

Analisi dei risultati e obiettivi per il 2021

Il 2020 è stato il primo anno in cui sono riuscito a eliminare completamente l’utilizzo di prodotti chimici come diserbanti pre-emergenza (antigerminello) e post-emergenza: il risultato sarebbe potuto essere catastrofico, ma grazie alle corrette pratiche agronomiche (taglio alto e irrigazioni abbondandi e distanziate), alla riduzione delle dosi di fosforo e alle concimazioni e biostimolazioni effettuate nel momento giusto sono riuscito a contenere i danni e minimizzare l’insorgenza di erbe infestanti.

Stesso discorso per quanto riguarda le malattie fungine, affrontate senza prodotti chimici grazie agli interventi sopradescritti ma, soprattutto, per l’importante aiuto di alcuni microrganismi antagonisti (nello specifico micorrize e Trichoderma): per dovere di cronaca, riporto solamente un leggero attacco di Pythium a metà agosto, rimasto però circoscritto a una piccola area (sempre la stessa ormai da anni, quindi è probabile che in quella zona ci sia qualche problema di fondo) e facilmente risolto a settembre con la concimazione azotata e con una manciata di semenza tenuta previdentemente da parte durante la trasemina primaverile.

Il giardino a Giugno 2020
Aprile 2020
Il giardino ad Agosto 2020
Agosto 2020

Questione infestanti e patologie fungine a parte, la differenza maggiore quest’anno si è vista nei mesi estivi, quelli più critici per il tappeto erboso (particolarmente per un prato come il mio, composto da Poa pratensis e Loietti).

Per la prima volta, infatti, il prato è riuscito a rimanere sano e verde anche durante le settimane più calde e secche, senza andare incontro ai leggeri ingiallimenti e diradamenti tipici degli anni precedenti: risultato che riconduco principalmente all’aumento delle biostimolazioni organiche, all’utilizzo più costante del fosfito di potassio e, vera novità rispetto agli anni precedenti, all’introduzione dell’agente umettante, prodotto in grado di abbassare la tensione superficiale dell’acqua di irrigazione e aumentare così permeabilità del terreno ed efficienza di irrigazioni e concimazioni.

Proprio per questo, al contrario degli anni passati, ho deciso di non mostrarvi il prato nei suoi periodi di massima resa (primavera e autunno), ma solamente in estate, più precisamente nel mese di Giugno, ai primi caldi, e nel mese di Agosto, dopo settimane di stress idrici e temperature torride.

Come si può ben vedere, il prato ha superato l’estate senza problemi, arrivando indenne a settembre, pronto per riprendere il proprio vigore vegetativo.

Quali sono gli obiettivi per il 2021?

  • rimanere nel budget attuale di circa 150 euro per 100 mq, valore che ormai, dopo anni di analisi, posso fissare come sufficiente per sostenere una gestione del giardino adeguata e, considerando lo standard dei giardini residenziali italiani, oltre la media. Sono consapevole del fatto che asticella e costi potrebbero essere alzati ulteriormente, ma parlando di giardini residenziali il mio obiettivo principale rimane quello di trovare il giusto compromesso tra risultati, costi e numero di interventi, identificando quello che davvero riesce a fare la differenza (escludendo quindi prodotti costosi o interventi di fino in grado di apportare soltanto migliorie minime) e cercando di organizzare il tutto in modo da effettuare il minor numero di interventi possibile (ad esempio raggruppando più biostimolazioni in un singolo intervento, come nel caso del fosfito di potassio e dell’agente umettante che, non essendo incompatibili tra loro e non richiedendo entrambi irrigazione immediata successivamente all’applicazione, possono essere irrorati contemporaneamente anziché in due singoli interventi separati);
  • aumentare ulteriormente l’utilizzo di sostanza organica, per migliorare l’assimilazione degli elementi nutritivi e potenziare l’effetto sinergico che questa ha con i microrganismi “buoni” presenti nel terreno, beneficiando di tutti i vantaggi che ciò comporta;
  • riuscire ad assestare le concimazioni attorno a un rapporto N-P-K compatibile con la gestione integrata, indicaticamente di 3-1-3 o 3-1-4.

Conclusioni

A distanza di quattro anni dal primo articolo, questa rubrica annuale sui costi di manutenzione di un giardino dimostra quanto possa essere importante ed efficace tenere nota di costi e interventi nei vari campi della gestione casalinga, fino a creare un archivio dati di spese, consumi e obiettivi.

Link agli articoli degli anni precedenti:

Link agli articoli degli anni successivi:

E voi quanto spendete ogni anno per la manutenzione del giardino? Seguite programmi simili al mio o percorrete strade completamente differenti? I risultati vi soddisfano? Fatemi sapere qui sotto con un commento.