Il taleaggio è una tecnica di riproduzione per piante molto diffusa che permette la moltiplicazione degli esemplari senza ricorrere alla semina. In maniera molto semplice e schematizzata, il procedimento consiste nel prelevare alcuni rami (che possono essere legnosi, semi-legnosi o erbacei) da una pianta madre e successivamente piantarli, in modo che possano sviluppare radici proprie e diventare piante a tutti gli effetti.

Ovviamente, per stimolare in maniera ottimale lo sviluppo delle nuove radici, si devono rispettare alcune regole riguardo i periodi e i procedimenti da adottarare: ogni pianta ha i suoi segreti, e ciascuno di questi può aumentare notevolmente le probabiltà di riuscita dell’operazione (nonostante ci siano delle regole generali che possono essere utili in ogni circostanza).

Nel caso della Moringa Oleifera, il taleaggio rappresenta (insieme alla semina) la principale tecnica di riproduzione utilizzata, nonostante a detta di alcuni esperti le piante così ottenute siano molto più sensibili ad agenti atmosferici e siccità rispetto a quanto lo sia una pianta ottenuta da seme.

Riprodurre la Moringa per taleaggio

Nel caso della Moringa, il metodo della talea legnosa, fatta con un ramo marrone e ben sviluppato del diametro di almeno 5 cm, è quello che garantisce percentuali di riuscita più elevate.

Una volta prelevato il ramo scelto, si eliminano le diramazioni e le foglie, lasciando quindi una sorta di “bastone nudo” della lunghezza di circa 1 metro. La talea va poi posizionata nel substrato, interrandola per circa un terzo della sua lunghezza. Per facilitare la radicazione può essere utile scarificare la base del ramo, eliminando la corteccia in modo da lasciare i tessuti più interni a contatto con la terra.

Se l’operazione avrà avuto successo, in qualche settimana si formeranno i primi germogli (attenzione perché inizialmente potrebbero formarsi grazie alle sole sostanze di riserva contenute nel fusto), e dopo qualche mese ci si troverà di fronte ad una nuova pianta a tutti gli effetti.

La mia esperienza con le talee di Moringa

In regioni geograficamente e climaticamente affini alla coltivazione di Moringa, quello sopra descritto è il metodo migliore per tentare di moltiplicare le proprie piante.

Nel mio caso però, vivendo nel Nord d’Italia ed essendo costretto alla coltivazione in vaso (per poter riparare le piante in un luogo chiuso durante l’inverno), posso sognarmi esemplari talmente robusti da avere rami secondari di lunghezza oltre il metro e diamentri di oltre 5 cm (è già tanto se a queste dimensioni ci arriva il tronco principale, figuriamoci le ramificazioni!).

Per questo motivo (e anche per curiosità) ho voluto provare a riprodurre la Moringa tramite talea semi-legnosa, partendo da un rametto tenero e non lignificato: le probabilità di attecchimento si riducono notevolmente rispetto al caso di talea legnosa, considerando anche l’elevata possibilità che il ramo marcisca dopo pochi giorni.

Ovviamente ho dovuto adottare accorgimenti particolari, alcuni dettati dalle normali guide per il taleaggio e altri dall’intuito.

Prima di tutto, la preparazione del ramo: dopo averlo rimosso dalla pianta madre, l’ho accorciato, lasciando solamente quattro o cinque gemme (o nodi) della parte centrale. E’ importante che il ramo inizi e termini in prossimità di questi punti, essendo le cellule in grado di formare radici solitamente maggiormente concentrate in corrispondenza di queste zone. Qualsiasi prolungamento del ramo al di sotto o al di sopra di essi sarebbe quindi inutile, se non addirittura controproducente, essendo destinato a marcire (specialmente se interrato), con il rischio che la zona si propaghi e intacchi l’intera talea.

Talea di Moringa oleifera

La nuova piantina a qualche mese dal taleaggio, pronta per il riposo invernale

Il taglio alla base del ramo deve essere inclinato, in modo che la sezione risulti ellittica e non circolare, così che la superficie “viva” sia maggiore rispetto a quanto lo sarebbe con un taglio trasversale tradizionale.

Successivamente ho “denutato” il ramo, eliminando ogni ramificazione e gran parte delle foglie. La riduzione della superficie fogliare è consigliata, ed è solitamente alla base di molti processi di taleaggio. Questo perché la talea, dovendo attraversare un primo periodo iniziale senza radici, dovrà essere in grado di sopravvivere solamente grazie alle sostante nutritive di riserva contenute nel proprio fusto: rimuovendo o riducendo la superficie delle foglie, principali responsabili della disperione dell’umidità interna, si riduce notevolmente il fenomeno, evitando così perdite di aqua che non sarebbero colmabili fino alla formazione del nuovo apparato radicale.

Ho utilizzato anche una polvere di ormoni radicanti, sostanze che stimolano e aiutano la radicazione. Per fare in modo che la polvere aderisca bene al fusto, ho inumidito prima la base della talea, l’ho lasciata sgocciolare, e poi intinta nella polvere, formando un velo finissimo attorno all’estremità. Attenzione a non esagerare con le quantità, perché gli ormoni potrebbero addirittura essere controproducenti e “bruciare” la talea.

Una volta finite le fasi di preparazione, ho messo a dimora in vaso, interrando solamente il primo nodo. La talea a questo punto è pronta, ma il lavoro non è ancora finito.

E’ importantissimo avere un occhio di riguardo nelle prime settimane e avere cura di posizionare il vaso in un posto tranquillo, all’ombra e senza correnti di aria, procedendo con le adeguate irrigazioni: il substrato deve essere mantenuto costantemente umido, facendo però attenzione al rischio marciumi (ricordiamoci che la pianta non ha foglie, e che quindi fa molta fatica a disperdere l’umidità in eccesso).

Specialmente nel caso di talee prive di foglie, infatti, vi accorgerete che il terreno si asciugherà molto lentamente, rimanendo umido per molti giorni pur senza apporti esterni di acqua… attenti quindi a non esagerate con le irrigazioni!
In caso contrario, se vi sembra che la talea disperda troppa umidità dalle foglie (nel caso in cui le abbiate lasciate), nebulizzatela con dell’acqua per mantenere la superficie fogliare costantemente umida.

Il discorso sull’umidità è la base per la salute di tutte le piante, ma è ancor di più fondamentale per un taleaggio di successo: tutte le operazioni sulla talea, sulla sua preparazione e sulle cure, sono infatti mirate a far sì che la (futura) pianta possa trovarsi a radicare in condizioni che siano il più possibile ottimali, in quel sottilissimo limbo che si trova tra l’avere troppa acqua (con il conseguente rischio di marcire) e l’averne troppo poca (con il rischio di non attecchire).

Conclusioni

Il mio esperimento di propagazione da talea semi-legnosa di Moringa, seguendo gli accorgimenti sopra descritti, sembra aver avuto successo. Dopo qualche settimana di stenti, la piantina ha iniziato a formare nuovi germogli: inizialmente ho pensato fosse solamente dovuto alle sostanze di riserva contenute nel fusto, ma vedendo che a distanza di qualche mese ha continuato a sviluppare nuova vegetazione e a seguire il normale ciclo stagionale (le foglie hanno iniziato ad ingiallire con l’abbassamento delle temperature) posso essere quasi certo che la radicazione sia avvenuta e la talea abbia attecchito.

Certo, così come quando si trapianta una pianta normale, tutte le energie sono state concentrate nella produzione di un adeguato apparato radicale, e di conseguenza la crescita è stata poco vigorosa, ma nulla di cui preoccuparsi. Rimane solo da vedere se la prossima stagione la crescita sarà quella vigorosa e abbondante tipica della Moringa.

Talea di Moringa al risveglio vegetativo

La talea di Moringa dopo il primo inverno

Aggiornamento dopo un anno dal taleaggio: durante il travaso primaverile in vaso più grande, ho riscontrato la presenza del fittone, il tipico apparato radicale che forma la pianta di Moringa. A fine primavera poi, con il raggiungimento di temperature favorevoli, la piantina ha iniziato a germogliare e dare vita alle foglie per la nuova stagione.
Che dire quindi… l’esperimento è riuscito e la piccola talea è diventata una nuova piantina a tutti gli effetti!

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