Come ci dimostra Villa Arianna, le case attive sono ormai una solida realtà, e non più solo un sogno di alcuni progettisti visionari.
Vediamo cosa sono e perché rappresentano il prototipo delle case che un giorno saranno la normalità. Perché se in passato si limitavano ad essere delle “dimostrazioni commerciali”, manifesti delle aziende del settore per far vedere fino a dove si stesse spingendo la tecnologia, oggi sono ormai alla portata dei cittadini.
Cos’è una casa attiva
Una casa attiva (o più genericamente un edificio attivo) è una costruzione che non si limita ad essere totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, ma addirittura produce più energia di quanta ne consumi: in altre parole, l’abitazione deve essere in grado di produrre autonomamente quelle forme di energia normalmente necessarie (come l’energia elettrica e quella termica) in quantità che siano superiori rispetto a quelle del proprio fabbisogno.
Questo surplus netto risultante può poi essere accumulato (e utillizzato in seguito) o ceduto alla rete elettrica (e utilizzato da altri edifici meno virtuosi).
Per raggiungere questo risultato sono necessarie le più avanzate tecnologie: pannelli fotovoltaici e solari per la produzione di corrente elettrica e acqua calda, impianto geotermico, ventilazione meccanica forzata, cappottatura perimetrale, serramenti coimbentati, vetri riflettenti… e tanto altro ancora.
Tutto questo però non basta, unitamente alle moderne (e costose) soluzioni costruttive ed impiantistiche, per raggiungere livelli così avanzati è necessario concentrarsi anche sui più piccoli dettagli, come scelta e dispozione degli arredamenti e degli elettrodomestici.
Appare quindi chiaro che l’obiettivo non sia solamente quello di produrre energia nel modo più pulito ed ecosostenibile possibile (senza basarsi su combustibili fossili e annullando quindi la produzione di gas inquinanti), ma sia anche quello di puntare a ridurre al massimo lo spreco e la dispersione di quest’ultima.
Ovviamente il mondo non si divide in bianco e nero, la distinzione non è categoricamente tra “casa attiva” e “casa inquinante”. Ci sono le scale di grigio, e ogni accorgimento o miglioramento rappresenta uno step verso la situazione limite della casa attiva. Se siete curiosi riguardo l’argomento, qui potete trovare la mia esperienza e alcuni dati riguardanti un intervento di efficientamento energetico per una casa degli anni settanta.
Villa Arianna, la prima casa attiva in affitto
A fine 2017, nel cuore delle Alpi lombarde (precisamente a Ponte di Legno, in provincia di Brescia), è stata inaugurata la prima casa attiva d’Italia affittabile, che permette a chiunque di potervi soggiornare e provare sulla propria pelle l’esperienza di vivere in una casa di questo tipo, verificandone l’effettivo comfort in tutte quelle situazioni tipiche della la vita casalinga.
La produzione di energia è entrata a regime soltanto a fine estate 2018, dopo l’installazione dei pannelli solari e di quelli fotovoltaici, e nonostante l’ambiente quasi ostile (siamo olte i 1000 metri sul livello del mare e gli inverni non sono di certi tra i più miti) a quanto pare il progetto è riuscito!
Villa Arianna è l’esempio perfetto per dimostrare che per raggiungere certi livelli nessun aspetto può essere lasciato al caso, da quelli più tecnici (considerevoli strati di isolamento sulle pareti e sul tetto, accumuli termici, pannelli solari e fotovoltaici, illuminazione a LED, elettrodomestici efficienti, sonda geotermica, vetri riflettenti basso emissivi, ventilazione meccanica forzata) a quelli più inaspettati e apparentemente poco importanti (come colore e materiale degli arredi): tutto appositamente studiato per minimizzare i consumi e massimizzare il calore immagazzinabile.
Se siete curiosi, sul sito di Villa Arianna potete trovare molte immagini dell’abitazione e degli ambienti.
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